La Polizia Penitenziaria si trova a dover ‘scontare e subire’ in carcere un trattamento ‘inumano e degradante’, senza avere mai commesso un delitto ma solo al fine svolgere il proprio lavoro. Quanto appena descritto non riguarda lo stato dei luoghi in cui si trovano a scontare la pena i prigionieri delle carceri Turche, bensì la condizione in cui si trovano a lavorare i dipendenti statali del Carcere dell’Ucciardone di Palermo, in Italia”. Il Si.P.Pe. e l’AD&T hanno manifestato il 20 aprile 2015 davanti al carcere dell’Ucciardone che secondo le due organizzazioni rappresenta “la punta di iceberg” dove gli operatori penitenziari operano in condizioni degradanti, ipotesi oltretutto ricorrente in tutti gli istituti penitenziari siciliani e che rappresenterebbe un’ipotesi di violazione della convenzione europea dei diritti dell’uomo, segnatamente sotto il profilo della violazione dell’articolo 3.
Gli agenti che manifestano davanti all’ingresso principale dell’Ucciardone sono delusi, amareggiati e profondamente disillusi per essere costretti a dovere richiedere ad uno Stato – a dir poco “sordo” – quanto spetta loro di diritto.
Alessandro De Pasquale, segretario generale del SI.P.PE. , interviene a margine della manifestazione entrando ulteriormente nello specifico dei problemi esistenti in diversi penitenziari della Sicilia. “Nel carcere di Messina – spiega – l’acqua calda c’è solo per i detenuti e non per la polizia penitenziaria”. Nello stesso carcere “ci sono 250 mq di eternit, questo costituisce un grave pericolo e noi stiamo valutando di intraprendere una causa civile contro l’Amministrazione per ‘danno da pericolo’”. “Quello che viviamo nel sistema penitenziario – sottolinea il segretario generale del SI.P.PE. – è lo specchio di quello che accade normalmente in Italia. Il nostro Paese fa fatica a gestire ‘l’ordinario’, ma paradossalmente si impegna molto per gestire lo ‘straordinario’, praticamente siamo specializzati solo in questo…”. De Pasquale ribadisce con forza i punti cardine dell’esposto del SI.P.PE. del 9 aprile scorso rivolto Alla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Funzione Pubblica Ispettorato Funzione Pubblica. “E’ evidente che questa manifestazione non risolverà i problemi esistenti – sottolinea con amarezza – ma è un modo per farci sentire dalla società civile che deve sapere una cosa molto semplice: all’interno di questo carcere ci sono dei lavoratori che tutti i giorni si sacrificano per consentire ai detenuti di poter stare bene.
Ad un certo punto la direttrice dell’Ucciardone, Rita Barbera, dispone di ricevere una delegazione del Sindacato presieduta da Alessandro De Pasquale.