Reggio Di Calabria (Calabria) 16 novembre 2017

solidarietà a Nino Pulitanò

Lazzaro. Solidarietà e vicinanza a Nino Pulitanò
La scrivente associazione esprime vicinanza e solidarietà al ferroviere Nino Pulitanò per la triste vicenda in sui si è venuto a trovare a seguito dell’ ennesima encomiabile iniziativa intrapresa a tutela dei lavoratori e a salvaguardia dell’ambiente e della salute pubblica. Fortemente credenti nelle Istituzioni, soprattutto nel lavoro della magistratura siamo certi che presto tutto verrà chiarito e verrà ridata a Nino Pulitanò la dignità che questa incredibile situazione le sta togliendo. Non è possibile che chi opera a tutela dei lavoratori e del bene primario, quale la Salute e l’incolumità pubblica possa trovarsi in vicende simili. Questa associazione in tempi non sospetti (ad altri) con nota del 9 luglio 2013, diretta al Direttore Generale della Regione Calabria dell’Azienda Sanitaria Provinciale n.5, alla Regione Calabria A.R.P.A.CAL Dipartimento Provinciale di Reggio Calabria, alla Provincia di Reggio Calabria – Settore 16 Ambiente ed Energia-Demanio Idrico e Fluviale – A.P.Q. Infrastrutture e per conoscenza alla Commissione Straordinaria Comune Reggio Calabria e alla Prefettura UTG di Reggio Calabria, segnalava una presunta situazione di criticità ambientale nel piazzale Sud della Stazione ferroviaria Centrale di Reggio Calabria e presso lo scalo di Bolano di Villa SG, che richiedeva immediati, accurati e approfonditi controlli da parte delle Istituzioni competenti, finalizzati alla salvaguardia di un diritto soggettivo costituzionalmente sancito, quale la salute pubblica e della tutela dell’ambiente.
Si rilevava che nel Piazzale Sud della Stazione ferroviaria Centrale di Reggio Calabria sostavano da qualche tempo numerose “carrozze demolende” che oltre a rappresentare una condizione di forte degrado avrebbero potuto esporre a seri rischi la salute delle persone, atteso che le stesse si presentavano in condizioni di non assoluta sicurezza, non escludendo che avrebbero potuto anche presentare componenti di bordo con particolari manufatti contenenti amianto o altro materiale pericoloso.
Il controllo richiesto era finalizzato al riscontro di elementi di pericolosità legati anche al fatto che i materiali utilizzati nel ramo ferroviario venivano solitamente trattati con prodotti nocivi per l’ambiente e per l’uomo (si citano le traverse ferroviarie di legno vecchio tipo impregnate con olio di creosoto, sostanza pericolosa. Al riguardo nel 2003 presso lo scalo ferroviario di Calamizzi sono state sequestrate dalla Guardia di Finanza di Reggio Calabria kg. 200.000 circa di rifiuti speciali pericolosi costituiti da traverse ferroviarie in legno vecchio tipo non utilizzabili ivi giacenti sin dal secondo semestre dell’anno 1999). Gli accertamenti da noi richiesti avrebbero dovuto interessare tutta l’area ferroviaria circostante ove tra l’altro erano stoccati notevoli quantitativi di pietrisco tolto d’opera riscontrando il potenziale inquinante, con particolare riferimento al contenuto d’amianto e/o altri metalli pesanti, appurando la destinazione del pietrisco una volta tolto d’opera.
Anche presso lo scalo ferroviario di Bolano – Villa San Giovanni- si segnalava la presunta sosta dei carri ferroviari in disuso di cui andava riscontrata la presenza di amianto o di altro materiale pericoloso. (la notizia è stata riportata in data 9 e 10 luglio 2013 dal alcuni quotidiani on line) Non si poteva prescindere dal chiedere di eseguire un controllo a tutela dei lavoratori presso la galleria Bagnara/Palmi ove erano in corso lavori di risanamento all’interno della quale sarebbe stata rinvenuta la presenza di amianto, riconducibile a delle tubazioni all’interno delle quali verosimilmente erano collocati dei cavi che durante i lavori in corso la “risanatrice” avrebbe provocato la rottura di una porzione di tubazione.
Nonostante il notevole decorso temporale e sebbene il Prefetto della provincia di Reggio Calabria in data 9/7/2013 avesse trasmesso il nostro esposto agli Enti competenti acché valutassero la necessità di disporre le azioni necessarie al fine del recupero della salute ambientale del sito, nulla si è saputo sugli accertamenti eseguiti ed il dubbio di un potenziale pericolo per la salute pubblica non è stato dissipato.

Vincenzo CREA
Responsabile del Comitato spontaneo “Torrente Oliveto” e Referente unico dell’ANCADIC