Brembio (Lombardia) 03 aprile 2017

Sospesa per il momento la paventata riorganizzazione postale

Nel comunicato stampa di inizio marzo, con cui le Segreterie regionali della Lombardia delle diverse sigle sindacali dei postelegrafonici annunciavano lo sciopero degli straordinari, sia per il recapito della posta che agli sportelli, a partire dal 13 marzo e fino al 12 aprile, con presidi nelle piazze e davanti alle direzioni delle Filiali in ogni provincia, veniva ben delineata la situazione creata dalla riorganizzazione in atto del recapito postale: “Dopo un anno di vertenza – si leggeva nel comunicato – iniziata proprio dalla Lombardia e poi estesasi a tutto il territorio nazionale, l’azienda non ha posto alcun correttivo alla disastrosa riorganizzazione del recapito messa in atto con l’introduzione delle consegne a giorni alterni, che sta penalizzando cittadini ed imprese in ogni realtà, grande e piccola, di tutta la regione. Nel contempo, anche i servizi offerti negli uffici postali risultano sempre meno efficienti e di bassa qualità per carenza di personale e per una formazione sempre più approssimativa e confusionaria che mette sempre più in difficoltà gli incolpevoli impiegati, consulenti e direttori che devono interfacciarsi con una clientela sempre più informata ed esigente”.
Nell’ambito di una assemblea cittadina organizzata a Brembio, cui avevano partecipato con l’amministrazione comunale le diverse sigle sindacali ed alcuni sindaci di comuni lodigiani tra cui Gianfranco Concordati di Casalpusterlengo, il presidente dell’Associazione dei Comuni Lodigiani (Acl), Giuseppe Sozzi, aveva dichiarato il proprio impegno in una azione comune con i sindacati e la Provincia, di pressione su Regione Lombardia e sul Ministero competente per una sospensione della riorganizzazione del servizio di recapito postale a giorni alterni ed un ripensamento dell’intera operazione di Poste Italiane, che secondo i sindacati porterebbe ad “una ulteriore privatizzazione dei profitti con socializzazione delle perdite” dovute in particolare al servizio di recapito mettendo in secondo piano ogni considerazione sul ruolo sociale svolto da Poste Italiane. Azienda a cui, sebbene sia ormai a tutti gli effetti una società per azioni quotata in Borsa ed il mercato dei servizi postali sia stato aperto alla concorrenza, rimane l’obbligo di assicurare la copertura del “servizio postale universale” su tutto il territorio nazionale “senza discriminazioni tra gli utenti”. Nel corso dell’assemblea di Brembio era stato ricordato e sottolineato il fatto che lo scorso anno, settembre 2016, il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione sulla risoluzione di una direttiva del 1997 per la fornitura del servizio postale universale per cinque giorni alla settimana, a condizioni accessibili per tutti i cittadini e che l’Italia al contrario operando difformemente, rischiava una sanzione che finirebbe col gravare sulle spalle dei cittadini.
Notizia rimbalzata su tutte le edizioni del giornali locali sabato scorso, 1° aprile: la Regione Lombardia ha confermato la sospensione della riorganizzazione generale del servizio di recapito postale anche nel Lodigiano. Con una nota fatta pervenire alla Provincia di Lodi, il sottosegretario regionale Daniele Nava ha informato che il Tavolo regionale, cui partecipano Regione Lombardia, Anci, Upl e Poste Italiane, aveva preso in considerazione la richiesta del Lodigiano, assicurando la sospensione della riorganizzazione del recapito di corrispondenza e dichiarando la disponibilità ad attivare un tavolo provinciale di confronto sul tema dei disservizi anche nel territorio lodigiano.
Poste Italiane nel suo progetto di riorganizzazione mirava a limitare in una ventina di comuni lodigiani la consegna della corrispondenza, tra cui bollette e giornali, a soli 10 giorni al mese, una ristrutturazione che comporterebbe disagi all’utenza ed un maggiore sfruttamento della manodopera, i portalettere, obbligati a smaltire per ciascun comune in dieci giorni la giacenza di un mese. I comuni interessati alla modifica del servizio erano: Abbadia Cerreto, Bertonico, Brembio, Borghetto, Camairago, Caselle Landi, Castelnuovo, Cavacurta, Corno Giovine, Corno Vecchio, Corte Palasio, Maccastorna, Meleti, Merlino, Pieve Fissiraga, Santo Stefano, Senna, Terranova, Turano, Villanova.
Il presidente dell’Acl, Giuseppe Sozzi, come riportano i quotidiani di sabato, si è dichiarato soddisfatto di questo primo risultato invitando non solo i venti comuni interessati, ma tutte le amministrazioni comunali del territorio provinciale, a mostrare stessa forza ed unità al tavolo di confronto per consolidare il risultato. Il presidente della Provincia, Mauro Soldati, esprimendosi favorevolmente sulla decisione di un tavolo provinciale comunicata da Regione Lombardia, sottolineando come l’impatto della riorganizzazione, per ora scongiurata, se attuata, risulterebbe negativo per i cittadini e per le aziende, ma anche per tutto il territorio, ha sollecitato i partecipanti che andranno a comporre il tavolo provinciale a non dimenticare anche le relazioni che intercorrono con altri territori che si trovano nelle stesse condizioni di sofferenza dei comuni lodigiani.
La questione del servizio di recapito è di non poco rilievo per le comunità lombarde, e in generale per tutto il territorio nazionale. Secondo un dato allarmante fornito dai Cobas, riportato nel volantino che sollecitava in marzo la cittadinanza di Brembio a partecipare all’assemblea, nella sola Lombardia nei mesi precedenti si sarebbero accumulate cinquemila tonnellate di posta in giacenza tra lettere, pacchi e raccomandate.