tu mi ami tu mi bruci tu mi togli il fiato
moribondo salgo e scendo le scale assaggio il cibo tento di bere l’acqua
c’è un veleno in me che lento scorre eccita il sangue non sono immune
mi sento mannaro fino alle ossa in attesa del primo plenilunio per trasformarmi
tu mi leghi mi divori da dentro mi ardi
sono così cieco che ho smesso di vedere l’alba il tramonto i viali
la mia pelle è intollerante alle nuvole ai giorni di sole e persino alla pioggia
tutto quello che mi sfiora mi distrugge
e mi alimento con sogni occhi alieni che vedono al buio
tu corrodi sciogli tu frantumi
corro sui tetti dei grattacieli io non muoio le ossa accettano doloranti le cadute
l’amore grida dalle fratture del credo
in cui tu passeggi serenamente fantasma
“caste virtù nutrite con legno e tarli per dare leggenda – poesia sperimentale”