Messina (Sicilia) 23 agosto 2017

Taormina, Teatro Antico – AIDA ” – 21 agosto 2017

Si sa che in teatro gli imprevisti sono all’ordine del giorno, ma a volte regalano delle sorprese inaspettate è così è successo al Teatro Antico di Taormina dove per l’indisposizione del soprano della recita di Aida del 21 agosto è salita sul palcoscenico Carmela Apollonio, già regista della Produzione. L’annuncio fatto un solo giorno prima della recita ha richiamato a Taormina gran numero di amanti dell’Opera curiosi di ascoltare una delle più belle voci di soprano che mancava dai palcoscenici italiani nel ruolo di Aida da qualche anno. Il ritorno della signora Apollonio ha scatenato un entusiasmo che era percepibile durante la recita da chiunque, già dalla sua entrata in scena al I atto.
Un recita quella del 21 agosto che ha decretato per il Teatro Antico di Taormina sold out, botteghini chiusi alle ore 19:30, biglietti esauriti.
Ma andiamo alla parte prettamente musicale:

Carmela Apollonio – Aida
La voce del soprano si è ancor più irrobustita senza perdere quel velluto che ha contraddistinto il soprano nei suoi trionfi in tutto il mondo. Il colore della voce è brunito e lo squillo da vero soprano drammatico di agilità permettono alla signora Apollonio di essere sempre sopra l’orchestra anche nei morbidi pianissimi che hanno soprattutto caratterizzato il momento più atteso dell’Opera “ I cieli azzurri “ e il suo terribile do acuto, e lì il soprano, ha giocato con grande classe ed eleganza tutte le sue carte per un ritorno da vera leonessa del palcoscenico facendo rimpiangere a noi tutti amanti del melodramma il gusto, il temperamento e l’uso corretto della vocalità che oggigiorno va sempre più perdendosi. Il canto è morbido, caldo, seducente, in “ Fuggiam gli ardori inospiti “ la sensazione che il tempo si fosse fermato, ma in realtà Aida ferma il tempo decidendo di morire nella tomba col suo amato Radamés . Un vero e proprio trionfo personale che ci auguriamo di poter vedere replicato ancora nel tempo ora che la signora Apollonio ha deciso di salire su quelle magiche tavole che é il palcoscenico per regalarci parte del suo grande dono.

Angelo Forte – Radamés
Affiancava il grande soprano un giovane tenore calabrese Angelo Forte, tenore lirico col physique du role, dal colore brunito che ha aperto l’Opera con una elegante Celeste Aida, esame iniziale e scoglio di tutti i tenori che si accingono a cantare questo difficilissimo ruolo. Il Forte ha cantato la romanza con voce morbida, gusto e squillo che il pubblico ha premiato con un lungo applauso. Abbiamo apprezzato l’interpretazione che il tenore ha dato alla lettura del ruolo di Radamés; si riesce a capire ogni parola nel canto di Angelo Forte ma ancor di più si apprezza l’attenzione allo spartito, il legato; il tenore offre anche delle sfumature in pianissimo “ il ciel dei nostri amori “ e delle vere spade di suono come ad esempio nel “ sacerdote , io resto a te”. Il finale in perfetta simbiosi con la signora Apollonio che con la sua grande esperienza lo ha guidato ad un “ si schiude il ciel” in pianissimo; insomma questo tenore è da tenere d’occhio e a lui auguriamo una carriera nei più grandi teatri del globo.

Silvia Pasini – Amneris
La Pasini gode di uno strumento rotondo e squillante che il mezzosoprano al debutto nel ruolo di Amneris gestisce e piega ad ogni sua intenzione. Due leonesse in palcoscenico, questa la sensazione nel duettone con Aida “ Fu la sorte dell’armi” ; Il canto è morbido e appassionato e lo strumento di prim’ordine della cantante le permette un intenso duetto con Radamés ed una scena del giudizio di grande intensità drammatica con un finale da applauso a scena aperta “ Anatema su voi “ .

Andrea Carnevale – Amonasro
Il baritono ha voce sonora e di prima qualità. Regale l’entrata in scena con un “ suo padre” sonoro e di grande effetto. Intenso il duetto con Aida dove il cantante sfoggia un ottimo legato e acuti squillanti specialmente nei “ faraoni”.
Munkyu Park – Ramphis
Del Ramphis di Munkyu Park non si capiscono bene le parole ma la voce è di prim’ordine ecco perché ci si aspetta molto , molto di più. Bene la scena della consacrazione.
A completare il cast il sicuro messaggero di Valerio Pagano e la elegante sacerdotessa di Vanessa Fioretti.
Alla direzione David Crescenzi che non ha mai perso il collegamento buca- palcoscenico e che ha regalato un trionfo con tempi sostenuti e un finale dell’opera etereo. Si evince immediatamente la grande professionalità del direttore marchigiano che ha bacchetta precisa e puntuale.
Mariachiara Grasso e Dario Gullotta, applauditissima la loro performance e tutta la coreografia del corpo di ballo di Alessandra Scalambrino.
Ottima la prova del Coro Lirico Siciliano diretti dal maestro Francesco Costa.
Scene imponenti di Daniele Barbera ideate dallo scenografo Alfredo Troisi.
Applausi a scena aperta per tutti.

La recensione di riferisce alla recita del 21 agosto 2017

OR.