Il Bagnaccio è un parco termale naturale che esiste da sempre, ed è parte di quel complesso di sorgenti già noto in antichità come “Aquae Passeris” che fa parte dell’ampio bacino di acque termali che caratterizza tutto il territorio viterbese, oggi noto come “Tuscia Viterbese”.
Le origini dello sfruttamento delle sue acque termali a fini terapeutici e di bellezza, risalgono al periodo Etrusco-Romano (III sec. a.C.). come attestano gli scritti di Strabone, Tibullo, Simmaco, Marziale e Scribonio Largo, medico dell’imperatore Tiberio.
Infatti tutto il territorio circostante al Bagnaccio è disseminato di numerosi resti di antiche terme romane. Tale era l’importanza del luogo, che i romani inserirono il sito nella tavola generale delle strade dell’impero.
particolare della Tabula Peutingeriana
La tavola è oggi nota grazie a Konrad Peutinger, e per questo chiamata Tabula Peutingeriana, una copia dell’originale di epoca augustea.
E’ interessante notare l’importanza che si dava alle Terme, infatti vengono rappresentate più grandi rispetto alle città. Per il territorio di Viterbo, è interessante notare che le soste importanti erano Sutrium (Sutri), Vico Matrino (oggi scomparso, si trovava prima di Cura di Vetralla) il Foro Cassio (tra Tre Croci e Vetralla), le “Aquae Passeris” e poi Volsinii (l’attuale Bolsena). Viterbo all’epoca ancora non c’era, comparirà molto più tardi, intorno all’anno 1000.
In epoca medievale le terme che sorgevano intorno a queste sorgenti divennero meta privilegiata di molti pontefici. È con papa Gregorio IX, nel 1235, che ha inizio l’epoca dei fasti papali. Papa Bonifacio IX, nel 1404, accolse l’invito dei priori di Viterbo per curarsi con le acque e i fanghi i “gravi dolori delle ossa”.
L’importanza che le Terme hanno avuto nel passato sono documentate dalle citazioni di Dante nella Divina Commedia e nei disegni a penna di Michelangelo Buonarroti, ora custoditi presso il museo di Vicar de Lille in Francia, realizzati mentre passava dai Bagni di Viterbo in uno dei suoi viaggi a Roma (tra il 1496 e il 1536).
Nel corso del ‘900 il sito è stato molto frequentato, ed erano presenti insediamenti ed attrezzature in legno, poi scomparse nel dopoguerra. Numerosi anche i progetti per un moderno sfruttamento delle acque termali, come il progetto del 1919 per le nuove TermedelBagnaccio, mai realizzate.
una rara immagine del Bagnaccio nella prima metà del ‘900
Da quel momento in poi il sito è stato frequentato solo dagli abitanti della zona, fino agli anni ’90, in cui è stato riscoperto e frequentato assiduamente, in un crescendo di popolarità a livello nazionale, ma privo di una gestione organizzata.
immagini del Bagnaccio negli anni 70/80 del ‘900 (gentile concessione Gabriela Cucchiarelli)
Oggi il sito del Bagnaccio, che ricade da sempre su proprietà privata, è gestito da una associazione che ne cura la manutenzione, la pulizia e lo sviluppo. Ogni notte le 5 vasche vengono svuotate, pulite e riempite di acqua pulita proveniente dalle sorgenti naturali e dal pozzo.
Il sito è aperto tutto l’anno, dalla prima mattina fino a notte fonda (gli orari cambiano con le stagioni). L’annessa area di sosta è un punto prediletto da molti camperisti, che qui trovano un angolo di pace e serenità.