Atella (Basilicata) 23 novembre 2014

TERREMOTO: 23 NOVEMBRE ’80 GABRIELLA AVEVA 3 ANNI

E’ ancora forte quel ricordo di 34 anni fà, anche se avevo poco meno di 3 anni.
E’ difficile credere che si possano avere dei ricordi a quell’età, ma è altrettanto difficile cancellare attimi che ti porti dentro tutta la vita.
Ore 19,34.
Non ricordo il boato, non ricordo le urla, non ricordo i crolli, né le fiamme che si sprigionarono dalle crepe nel terreno, ma ci sono cose che non si dimenticano, la paura che respiri intorno a te e che ti fa capire quanto sia diversa quella sera da tutte le altre.
A quell’ora stavamo cenando, sette persone, compresi i miei nonni, riunite intorno alla tavola, non ho ricordi della scossa, ma conservo dei flash di tutto quello che ha caratterizzato i momenti successivi.
In una delle tante scosse di assestamento mia madre mi avvolse in quella che per anni è stata la mia coperta di Linus, una copertina di ciniglia rosa.
Lo fece con foga e lei non era solito farlo in quel modo.
Ricordo che qualcosa, non so bene cosa, una sorta di forza inconscia forse, mi spinse a prendere con me ciò che in quel momento mi sembrava di più caro: le mie ciabattine di Candy Candy, non me ne sarei mai separata, per alcun motivo. Avevo fatto il diavolo a quattro perché me le comprassero e non importava se erano di 3 numeri più grandi.
Mamma mi strinse a se, ricordo il rumore del portone che faticava ad aprirsi, uscendo diedi un’occhiata ai piedini, mi accorsi che nel trambusto avevo perso una ciabattina.
Questo fu il mio piccolo, inconsolabile “dramma” di quel terremoto. Solo la buonanima di zio Biagio riuscì a porvi rimedio, ritrovando il mio “tesoro” con una torcia.
Quanto possono essere diversi i drammi da un’età all’altra!
Un’immagine che mi intenerisce ancora oggi è quella del falò acceso nella piazzetta Annunziata, di fianco casa mia, utile non solo a riscaldarci ma anche a cucinare.
Tutti gli abitanti del rione riuniti intorno e io che mi dilettavo a fare la cameriera servendo piatti di olive in salamoia. Per me era divertimento allo stato puro, non me lo lasciavano mai fare, invece quelle sere.
Oggi, a distanza di decenni, un’altra immagine mi stringe il cuore: la mia nonna, immobilizzata sulla sua sedia a rotelle, alla paura che deve aver provato quando rimase chiusa in casa perché papà non riuscì a portarla subito fuori.
E ripensandoci mi dico: che fortuna aver conservato solo il brutto ricordo di una ciabattina persa e di aver cancellato il terrore di quei momenti.

Gabriella Zaccagnino
Atella, 23 Novembre 2014