Brembio (Lombardia) 13 novembre 2015

Trattori agricoli, decoro urbano e festa del Ringraziamento

La tattica politica di fronte ai problemi sollevati dalla popolazione, strabusata dalla maggioranza che amministra Brembio – poco cambia ad ogni cambio di sindaco,- è il silenzio, la non risposta alle istanze dei cittadini, nella convinzione, non si sa se per insipienza o per incapacità nell’affrontarli seriamente – i problemi – e portarli ad una soluzione che sia nell’interesse della comunità, che essi finiscano, di fronte ad un muro cieco e sordo, magicamente con lo svanire come neve al sole. Parliamo, dunque, ancora di trattori e dei pesanti disagi che creano alla popolazione di Brembio con il loro passaggio da mastodonti, frequentissimo particolarmente nei mesi estivi, attraverso le vie strette del paese, inadatte al loro transito, prive per lo più di marciapiedi e percorsi protetti per pedoni e ciclisti, oltretutto in spregio al divieto di transito di mezzi di carico superiore ai 65 quintali che nessuno, anche chi ne ha la competenza, fa rispettare.
Domenica si terrà a Brembio la celebrazione del Ringraziamento. I bestioni di metallo col vestito della festa, cioè con la carrozzeria lavata e lucidata, faranno bella mostra sul sagrato della chiesa parrocchiale in attesa della benedizione che avverrà dopo la messa principale, dove gli agricoltori, i padroni, si recheranno da bravi cristiani per ringraziare, come tradizione, per i frutti della terra. Forse, sarebbe il caso che un pensiero di ringraziamento fosse rivolto anche alla popolazione brembiese, in particolare ai disabili, agli anziani, ai malati, che sopportano, inascoltati – ormai si può dire da anni, – da quegli amministratori che avranno location in prima fila, i disagi non retribuiti del profitto di quei prodotti della terra. Un ringraziamento che potrebbe consistere in poche parole: una dichiarazione che prima dell’estate sarà realizzato dagli agricoltori un percorso alternativo fuori paese dalla Madonna di Caravaggio al biogas, di cui ne parlano come realizzabile senza difficoltà, ed il permesso dato da uno di loro, finalmente “illuminato sulla strada di Damasco”, per il passaggio dei mezzi su un tratto di strada di cui afferma la proprietà. Basta così poco e poca spesa. Diciamo, se volete, le cose come stanno: solo gli agricoltori possono risolvere l’annosa questione. Da tempo i “politici” brembiesi hanno dimostrato di essere residenti su Marte, per dire che conoscono un solo problema da risolvere annualmente, da loro ritenuto vitale: la realizzazione di feste all’autorimessa magazzino comunale o in piazza – si chiamino festa dell’unità o di liberazione o delle associazioni o altro – nella convinzione che panino e salamella sono una potente collaudata leva di consenso elettorale.
Una esagerazione? Basta leggere il post, pubblicato qualche giorno fa, del giornalista brembiese Alberto Saracchi, sul suo blog “EcoNotizie”, per capire che di esagerazione non si tratta. In poche righe Saracchi, tra analisi e sintesi, fa un quadro preciso e completo della questione. Saracchi si pone e pone questa domanda: “cosa accomuna il problema provocato dal passaggio dei trattori lungo le vie di Brembio e il decoro urbano?”. E prova a dare una risposta: “A prima vista poco. Se invece riflettessimo un momento, ci accorgeremmo che questo disagio è anche dovuto alla assoluta mancanza di una politica di manutenzione e sensibilità per il decoro urbano. Partendo dalle piccole cose: come un marciapiede rovinato o una ringhiera arrugginita, fino ai grandi interventi dove ci si aspetterebbe una maggiore attenzione”. E spiega: “Se infatti noi, dovessimo per assurdo, recarci con un trattore a Milano, magari in via Monte Napoleone, ‘in automatico’ non transiteremmo certamente da quella strada. Conoscendone il suo stile, il suo decoro, l’arredo urbano che la contraddistingue, i suoi eleganti negozi, le sue dimensioni, ci farebbero cercare, più o meno coscientemente, dei percorsi alternativi. Ci sembrerebbe di entrare con un elefante in un negozio di cristalli”. Già, certamente tutti gli agricoltori brembiesi farebbero così, e con grande probabilità anche i “conduttori di trattore politici”, gli amministratori magari per celia messisi alla guida di un trattore. Bene. Saracchi continua con il suo paragone: “Se invece, sempre con il nostro trattore, dovessimo transitare per Quarto Oggiaro, avremmo senz’altro meno scrupoli. Questo, per sottolineare come in un ambiente, nel suo significato più ampio, decoroso e dove esiste un regolamento architettonico ed estetico del paesaggio, i comportamenti delle persone possono cambiare. In meglio. Il degrado chiama degrado. Dalla aiuola spelacchiata, al dosso rovinato, passando per il vetro rotto della fermata del bus, si arriva (forse …) senza accorgersi, al passaggio incontrollato dei mastodontici trattori accettato come se fosse un fatto naturale”.
Saracchi non ha dubbi, ed il buon senso gli dà pienamente ragione, considerando l’intero quadro del paese – Brembio – oggi: “Così come, – dice infatti, – questa politica di disinteresse per il decoro urbano, ha portato anche per questo motivo al proliferare di numerose case vuote e in vendita. Infatti, a parità di condizioni economiche, un eventuale futuro abitante, sceglierebbe di vivere in un paese gradevole e curato dove per l’amministrazione il decoro e l’arredo urbano è una delle priorità o in un paese ‘rappezzato’ come Brembio, dove tutto questo è lasciato alle libere scelte e senza regole del primo assessore di turno?”. Vero, tutto vero. Peccato, forse, che a Brembio non vi sono orecchie, o nel nostro caso, occhi per comprendere.