Nel 1848, Karl Marx, nell’ormai celebre incipit del Manifesto del Partito Comunista avvisa che “uno spettro si aggira per l’Europa: lo spettro del comunismo”.
Qualche annetto dopo, nel 2018 per l’esattezza, ci troviamo a dover amaramente constatare che, per l’Italia, si aggirano invece tre zombie: fascismo, antifascismo e comunismo.
I primi due sono morti nel 1945, ma periodicamente vengono disturbati nel loro sonno eterno e tirati fuori dal sacello per essere usati per gli scopi più vari.
Il fascismo, ad esempio, viene utilizzato come spauracchio da agitarsi specialmente in periodo elettorale o mercificato in gadget per nostalgici del manganello, con annessa gita a Predappio.
L’antifascismo invece, viene abitualmente riesumato come scusa per menare le mani da una masnada di trogloditi imbecilli, violenti e cialtroni, che solitamente gravitano intorno a fatiscenti ricettacoli di sbandati noti come “centri sociali” e che – nei metodi e nello stile – non si distinguono granché dalle famigerate “squadracce fasciste” del Ventennio.
Infatti, se vogliamo accettare che – concettualmente parlando – “fascista” non sia soltanto colui che gira in camicia nera e fez, facendo il saluto romano e rimpiangendo la “Buonanima”, ma chiunque impedisca a qualcun altro, con la prepotenza e la violenza, di professare le sue idee; ditemi che differenza c’è tra il comportamento di quei “distinti gentiluomini” che nel 1923 e nel 1926 hanno bastonato Don Minzoni e Pietro Gobetti (per citarne solo due) e gli altrettanto “distinti gentiluomini” (più una “gentildonna”) che pochi giorni fa hanno aggredito a Palermo l’esponente di Forza Nuova Massimo Ursino (per citarne solo uno), se non per il fatto che quest’ultimo – a differenza dei primi due – è sopravvissuto al pestaggio.
Che differenza c’è, in sostanza, tra i picchiatori neri e i picchiatori rossi, se non il mero colore del quale si ammantano, dato che i loro metodi sono concettualmente “fascisti”?
Con questo, dando pienamente ragione a Ennio Flaiano che, in tempi non sospetti, sosteneva che “i fascisti si dividono un due categorie: i fascisti propriamente detti e gli antifascisti”.
Il terzo zombie dell’allegra comitiva è, come accennavamo all’inizio, il comunismo, conosciuto anche come “Il Dio che è fallito”. Il ché rende bene l’idea…
Più “fortunato” del fascismo e del nazismo (a discapito delle popolazioni finite sotto il suo tallone), è malauguratamente sopravvissuto alla seconda guerra mondiale per finire improvvidamente schiacciato dal crollo di un muro, a Berlino nel 1989.
Un’ideologia, quella comunista, che a braccetto con quella nazifascista, ha seminato milioni di morti in tutta Europa.
Eppure, anche lui viene periodicamente rianimato da apprendisti Frankenstein e persino imbellettato – come la mummia di Lenin! – e utilizzato alle elezioni da formazioni di sciagurati nostalgici e negazionisti tutt’ora convinti che quell’orrenda ideologia generatrice di lutti sia quanto di meglio l’umanità possa desiderare, nonostante la Storia abbia abbondantemente dimostrato il contrario.
Per loro fortuna, questi nostalgici del terrore rosso, non vengono perseguiti dalla legge come i loro omologhi nostalgici e negazionisti neri, giacché – a differenza del fascismo, opportunamente vietato in tutte le sue forme dalla Costituzione della Repubblica Italiana – nel 1946 a nessuno è venuto in mente di mettere fuori legge anche il comunismo. A questo proposito, suggeriamo la questione ai prossimi che vorranno mettere le mani sulla Carta.
Fortunatamente per tutti noi, invece, sono partiti grazie a Dio destinati a prendere percentuali da prefisso telefonico e non destano alcuna preoccupazione.
Accantonando per un attimo il terzo zombie, lo zombie rosso, che si muove ormai come un patetico pugile suonato e ricorda tanto l’Artemio Altidori interpretato da Vittorio Gassmann nel film I Mostri, i due cadaveri ambulanti tutt’ora più arzilli sembrano proprio essere quelli più stagionati: il fascismo e l’antifascismo.
Concetti di cui si riempiono la bocca individui che, per loro immensa fortuna, non hanno vissuto la guerra e che spesso – soprattutto gli “antifascisti alle vongole” dei cosiddetti centri sociali – non hanno nemmeno idea di che cosa stiano parlando e – se non avessero la camicia nera da indossare o la bandiera rossa con cui ammantarsi – si romperebbero vicendevolmente il cranio lo stesso, magari allo stadio, per due squadre di calcio.
Fondamentalmente, due bande di anacronistici e ignoranti cialtroni.
Ma, da persona culturalmente di sinistra, mi duole registrare che i cialtroni peggiori sono proprio quelli che si autodefiniscono – indegnamente! – “antifascisti” e fanno cose che farebbero rivoltare nella tomba gli antifascisti seri, quelli che hanno effettivamente combattuto il fascismo, nell’epoca giusta.
Sono talmente idioti, nella loro proterva ignoranza, che sono persino riusciti ad “appaltare” il buonsenso ai loro avversari.
Infatti, appioppano la patente di “fascista” a chiunque non la pensi come loro. O meglio, dato che si rivelano sempre più incapaci di pensare, a chiunque non ripeta – come loro – a pappagallo degli slogan imbecilli o sposi concetti assolutamente inauditi, confermando la verità di fondo della famosa battuta di Giovannino Guareschi circa le “tre narici” e il “cervello mandato all’ammasso”.
Scopriamo così che, per questi sciagurati, è “fascista”: a) il concetto di “Patria” e amare la Nazione in cui si vive, b) la famiglia, c) voler regolare flussi migratori altrimenti insostenibili, d) ritenere più importante l’interesse dei cittadini di quello della finanza internazionale, e) premiare il merito sul lavoro, permettendo ai migliori e ai più capaci di farsi strada, f) maggior sicurezza nelle strade, nelle proprie case e maggior repressione della criminalità, piccola, media e grande, g) bisogno di legalità, h) pretendere che siano gli immigrati che vengono a vivere qui ad integrarsi, adeguandosi ai nostri usi e costumi e non viceversa, i) sanzionare e/o rimandare a casa chi non rispetta le nostre leggi, eccetera.
Praticamente, quello che la maggior parte dei cittadini desidererebbe.
A questo punto i casi sono due: o – come accennavamo prima – il buonsenso è diventato fascista o siamo tutti fascisti!
Penso che sarebbe invece il caso di fare un po’ di chiarezza, accorgersi che siamo nel 2018 e rimandare definitivamente nel sepolcro questi tre ormai inutili e dannosi zombie (o, meglio ancora, spargerne le ceneri al vento!), diventando finalmente un Paese adulto. Perché i veri problemi dell’Italia, purtroppo, sono ben altri. Questa contrapposizione di “opposti estremismi” è solo fuffa che fa molto comodo a chi ha tutto l’interesse a che i cittadini siano troppo impegnati a perdere tempo con delle boiate per aprire gli occhi e rendersi finalmente conto di quello che sta succedendo alle loro spalle e ai loro danni.
28 febbraio 2018
Tre “zombie” si aggirano per l’Italia
Pubblicato in Cronaca |