Come tutte le domeniche sera e festivi sulla linea milano p.ta genova –
mortara di trenord inefficenze e disordini. Da mesi e mesi non escluso agosto,
la situazione si ripresenta puntualmente, a causa del non intervento della
direzione delle ferrovie e dell’uso del servizio da parte di molti incivili.
La linea prevede corse in direzione Mortara con partenza ogni ora alle meno un
quarto, fino alle 23 poi le ultime due corse sono svolte da un pullman
sostitutivo alle 23.20 e 00.20. I festivi l’ultimo treno delle 22.45 viene
soppresso, quindi i pendolari sono costretti a riversarsi sul pulman delle
23.20. A quest’ora però si abbinano le persone che rientrano dalla movida
milanese. Il risultato è esplosivo, il pulman porta cinquanta persone, i
viaggiatori vanno dagli ottanta ai centocinquanta, per cui per tentare di
prendere il pullman scoppia la rissa. Un buon trenta per cento di questi è
composto da persone che vanno dai 16 ai 30 anni di origine africana e
mediorientale, i quali senza nessuna remora spingono e scansano chiunque
trovano davanti compreso donne bambini e anziani, i quali ovviamente alla fine
desistono e si tirano fuori dalla bolgia. Il pullman così parte lasciando a
terra decine di persone che devono attendere quello successivo dell 00.20. A
quell’ora la scena si ripete identica, ieri sera una coppia con bambino
piccolo e carrozzina ha dovuto abbandonare la carrozzina che è stata
calpestata da questa ondata di barbari contemporanei. Come sempre sono dovute
intervenire le forze dell’ordine che hanno dovuto riportare la situazione ad
una condizione gestibile, poi chiedere di fare venire un terzo pullman per gli
ultimi rimasti a terra. Non si capisce come trenord non prenda provvedimenti e
mandi mezzi sufficenti per trasportare il numero di persone ben noto da mesi.
Da sottolineare che praticamente la totalità delle persone che creano questo
scompiglio, al controllo delle forze dell’ordine, rispondono di non avere il
biglietto e non capire neanche perchè dovrebbero averlo, adducendo al fatto
che l’autista non è addetto a verificarne il possesso, e per questo motivo
ritengono giusto non possederlo, alcuni arrivano perfino a minacciare le
guardie che gli chiedono di scendere e per non infiammare ancora di più la
situazione lasciano correre.