Trieste (Friuli-Venezia Giulia) 24 aprile 2016

Trieste: FARiT e UCIIM in escursione alla conca di Orlek

Situata subito oltre il confine con la Slovenia, la suggestiva conca di Orlek è probabilmente poco nota anche agli stessi triestini: fino a pochi anni fa infatti non era consentito visitarla se non con uno specifico permesso. Di particolare interesse quindi è stata l’escursione dello scorso 24 aprile, organizzata dalla FARiT in collaborazione con UCIIM, che ha consentito di percorrerla scoprendone anche, come di norma nelle passeggiate guidate dal prof. Elio Polli, aspetti affascinanti e del tutto sconosciuti.
A partire dalla conca stessa, probabile residuo di un crollo di una preesistente enorme cavità, che appare immersa in un mare di vegetazione e che con i suoi 90 metri di profondità e 300 di diametro medio rappresenta uno dei più ampi avvallamenti doliniformi del Carso. Caratteristici i suoi versanti, l’uno dolce e coperto di un’interessantissima e varia vegetazione, roccioso e a strapiombo l’altro. Entrando nella conca si è subito percepito il fenomeno dell’inversione termica che rende la temperatura del fondo sensibilmente più bassa di quella della landa circostante. Incantevole la vegetazione: ellebori, primule, bucaneve, viole, anemoni, e ancora mughetti in piena fioritura, sigilli di Salomone, distese di falsa ortica tra alte querce e carpini bianchi e, a sorpresa, varie stazioni di pero corvino in piena fioritura. Spettacolari, nel verde, gli accesi rosa e lilla delle corolle delle peonie e degli iris. Sulla pendice rocciosa, sotto una sorprendente emersione rocciosa, il cosiddetto “Tetto”, una delle stazioni più preziose del Carso per la sua rarità: una primula auricola, varietà subalpina assolutamente inedita a bassa altitudine, dalla splendida fioritura giallo acceso.
Intorno, delimitati da muretti a secco, prativi verdissimi punteggiati di ranuncoli e narcisi, ellebori, pulsatille, globularie, essenze profumate e persino esemplari di orchide maschia; ed ancora carpini neri, ornielli, ciliegi canini carichi di fiori. Si sono anche ritrovati, ormai immersi nella folta vegetazione, cippi e lapidi, testimonianza di antichi confini e qualche riparo agro-pastorale.
Nelle immediate vicinanze della conca si è potuta vedere, nel piccolo abitato di Orlek, tra le case dai fioritissimi giardini ed alcuni insediamenti agricoli, una stele del 1833, con un Crocifisso inciso sul fronte ed un rilievo della Vergine sul retro.
Suggestiva infine, a chiusura dell’escursione, la vista di tutta la zona dall’alto di una torretta, una volta postazione di guardia confinaria, con il profilo del monte Nanos sullo sfondo preceduto dalla “porta della bora”, apertura naturale che consente il passaggio del vento triestino. (Marina Del Fabbro)