Sappiamo tutti bene che la parola di Dio è così ricca da offrire sempre nuove letture, eppure ogni volta che succede ne rimaniamo quasi sorpresi. E’ accaduto così anche nell’incontro di preghiera “Beati quelli che non hanno visto e hanno creduto” organizzato da FARiT, CIF ed UCIIM Trieste dello scorso 3 maggio. Don Ricardo Donà che ha guidato la meditazione ha infatti proposto per il ben noto passo di Giovanni 20,19-31 (quello che ricorda l’apparizione di Gesù nel cenacolo prima agli Undici e successivamente a Tommaso), in chiave assolutamente inedita, particolarmente gioiosa e pasquale.
Tutt’altro che un’ammonizione a Tommaso per la sua incredulità o sua scarsa fede, infatti, il testo può più propriamente essere inteso come la manifestazione di una nuova creazione in cui agiscono uomini nuovi, a partire da Cristo stesso che, ormai risorto, è sempre Lui ma trasfigurato dalla gloria. A suggerire questa interpretazione è lo stesso linguaggio usato da Giovanni che richiama, soprattutto nell’espressione “stette in mezzo a loro”, il “e venne ad abitare in mezzo a noi” del prologo del suo vangelo. Altri chiari richiami alla creazione sono le espressioni “la sera di quel giorno” e “otto giorni dopo” con cui Giovanni si riferisce alla domenica, l’ottavo giorno, ovvero il giorno della creazione.
Una nuova creazione, però, si ancora su fondamenta nuove e solide. Quali? Il testo stesso ce le suggerisce: le stimmate di Cristo, la pace, il perdono.
Le stimmate e piaghe di Cristo: unico segno di umanità rimasto sul suo corpo glorioso, memoria eterna della sua passione morte e resurrezione, costituiscono per noi la garanzia della possibilità di salvezza e di pienezza di vita.
La pace: il primo dono che il Risorto fa alla sua comunità.
Il perdono: quella del perdono e della misericordia è la prima ed energica consegna che il Risorto fa ai suoi. Per sottolinearne la fondamentalità Giovanni, come d’uso nel mondo semitico, la riporta due volte, una al positivo ed una al negativo. “Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati saranno perdonati, a coloro cui non perdonerete non saranno perdonati.”
Sulla certezza della morte e resurrezione di Cristo, nella dimensione del perdono e della pace e con il sostegno dello Spirito Santo sia gli Apostoli che noi tutti, come Tommaso, possiamo diventare creature nuove e professare come lui la nostra fede “Mio Signore e mio Dio!”
Perché è la fede in Cristo, mandato dal Padre ed unito a Lui nello Spirito, è la fede, non i segni ciò che ci apre alla redenzione e pienezza di vita. Perciò davvero beati noi, ovvero “beati quelli che non hanno visto ma hanno creduto”.
Nel mese mariano non sono potuti mancare un pensiero ed una meditazione sulla figura di Maria di cui si è contemplata la presenza sempre umile, discreta ma altrettanto fondamentale, coraggiosa ed esemplare: don Riccardo l’ha efficacemente descritta come “la pagina bianca su cui Gesù scrive il suo vangelo”.
A conclusione dell’incontro un ringraziamento al Signore per la sua bontà espresso con le parole del salmo 117, la benedizione finale, ed una fetta di dolci tradizionali pasquali, colomba e presnitz, condivisi fraternamente. (Marina Del Fabbro)
Trieste: Incontro di preghiera promosso da CIF-FARiT-UCIIM
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