Trieste (Friuli-Venezia Giulia) 06 giugno 2015

Trieste: l’UCIIM coniuga lo slogan “gioco sì, azzardo no”

Il gioco ci accompagna tutta la vita. Per i bambini è una vera necessità, ma la sua dimensione di levità, gratuità e spensieratezza è altrettanto importante per noi adulti: quello del gioco è uno dei pochi, preziosissimi momenti della vita in cui possiamo affrancarci dal peso della responsabilità e del pagare per le conseguenze dei nostri comportamenti: “Ho vinto, ho perso? Che importa: era solo un gioco. Sono stato in compagnia, mi sono divertito.” Insostituibile, liberante mondo del gioco.
Fa perciò davvero male al cuore quando, con l’introduzione del denaro e dell’azzardo, l’incanto del gioco viene spezzato: la libertà spensierata del gioco diventa schiavitù della macchinetta, ossessione della puntata, trappola che si appropria del giocatore isolandolo dall’ambiente esterno e dagli altri; quando il “gioco” si impadronisce della persona e da puro piacere diventa un pensiero persecutorio, un’esigenza drogata di cui non si può più fare a meno.
Il gioco d’azzardo è ormai diventato una vera e propria emergenza, specialmente in Italia, Paese che è al primo posto quanto a patologia compulsiva. Le cifre del gioco d’azzardo sono impressionanti: quasi due milioni di nostri connazionali ne soffrono, un altro mezzo milione sta scivolando nella patologia ed altri 15 milioni ne sono pericolosamente attratti. In un anno nel solo FVG sono stati giocati 1 miliardo e mezzo di euro, 900 milioni nella sola Trieste, senza contare le giocate oltre confine: cifre da capogiro, per la quasi totalità fagocitate delle slot machines, non per nulla ribattezzate “macchinette mangiasoldi”. In FVG ce ne sono ben 9200, collocate nei bar, ristoranti, sale d’attesa, alberghi.
Attorno all’azzardo si è intrecciato un fitto reticolato di interessi: quelli delle aziende del gioco d’azzardo con le loro migliaia di dipendenti; delle collegate società assicurative ed industriali; delle casse dello Stato che, benché chiamate poi a sostenere anche i costi sociali della dipendenza da azzardo, comunque ne ricavano un considerevole introito, attorno agli 8 miliardi di euro. E molto altro ancora.
Che fare?
Si può rassegnarsi e dichiarare sconfitta, ma anche reagire, anzi agire in prima persona.
E’ quello che ha voluto fare la sezione UCIIM di Trieste partecipando, lo scorso 6 giugno, all’interno della rete “Insieme per l’Europa”, presso il bar Knulp, ad una “slot mob”, ovvero un’azione premiale a favore di un locale libero da macchinette.
Ci si è ritrovati in un centinaio circa per una consumazione in compagnia, per un momento di informazione sulla realtà del gioco d’azzardo, ma soprattutto per un pomeriggio di amicizia e di gioco vero, allegro e spensierato che si è concluso nella vicina piazza Hortis dove si è composto lo slogan della manifestazione “gioco sì, azzardo no” e si è scattata la fotografia di rito davanti a passanti e turisti incuriositi ed interessati. (Marina Del Fabbro)