Cosa c’è dietro le notizie che sentiamo, possiamo fidarcene?
Per chiarire come funziona il sistema dell’informazione la giornalista Laura Capuzzo ha tenuto, su invito di UCIIM, venerdì’ scorso 15 aprile, la conversazione “I meccanismi dell’informazione”.
Il primo punto da chiarire, ha ricordato la giornalista, è che nel mondo non accadono notizie, ma fatti. Ed è il fiuto del giornalista a renderli notizie: per la loro rilevanza, localizzazione, per le ricadute che avranno. Ma non tutte le notizie sono uguali: dalle agenzie di stampa possono partire, certo non più con la telescrivente ticchettante ma via computer, dei codici R, ovvero notizie di routine, oppure delle U, cioè le urgenti, ma anche codici F: i flash, quelle notizie che per la loro importanza hanno la precedenza su tutto e interrompono i notiziari in corso: è stato il caso delle dimissioni di papa Benedetto, o dei fatti di Parigi, ma anche di risultati molto attesi. Ai messaggi F seguiranno appena possibile i codici B ovvero bollettini di approfondimento con ulteriori notizie e le relative U, urgenti, con i commenti e gli approfondimenti. Su tutto questo materiale in costante arrivo i giornalisti delle varie testate potranno costruire i loro articoli, decidendo se approfondire l’argomento o trascurarlo, se riservargli molto spazio facendone un servizio o confinarlo in una “breve”; che modalità espressiva usare, come presentarlo: se in prima pagina, come apertura, spalla, taglio, piede; se corredarlo o meno di foto, occhiello, sommario; se dargli un titolo ad una o a nove colonne. Evidentemente l’impatto sul lettore sarà ben diverso. Ma queste saranno scelte successive.
Prima, ha sottolineato Laura Capuzzo che per molti anni ha lavorato all’ANSA, la maggior agenzia di stampa italiana, nelle varie agenzie di informazione le notizie devono assolutamente essere verificate e confezionate perché attendibilità e chiarezza sono requisiti essenziali. Ma tutto deve avvenire in grande velocità specialmente oggi quando le TV in diretta o i blogger su Internet attingono informazioni dallo stesso protagonista, e le notizie le riceviamo quasi in tempo reale, direttamente sul nostro cellulare.
Ma tutto ciò, ha commentato Capuzzo, se da un lato costringe i giornalisti ad un lavoro frenetico, dall’altro non è un male: la concorrenza e la pluralità delle fonti gioca a favore della correttezza dell’informazione. Certamente: l’informazione potrebbe essere più libera e indipendente se le redazioni potessero disporre di più personale e quindi lavorare meglio, se la figura professionale del giornalista potesse avere più peso e quindi autonomia sufficiente da sganciarsi dai poteri forti.
I giornali restano comunque, anche nell’era di Internet, un preziosissimo strumento di informazione, indispensabile per l’approfondimento e la riflessione. Per questo prima di concludere la sua conversazione, Laura Capuzzo ha invitato i presenti, in gran parte docenti, a proporre ai loro studenti la lettura critica del giornale che, ha sottolineato, va non solo letto, ma anche decodificato, smontato, confrontato con altre testate, interrogato: perché poi le notizie, finito il viaggio che le ha portate dal fatto alla carta stampata, possano iniziare quello all’interno della coscienza di ciascuno. (Marina Del Fabbro)
Trieste: L’Uciim discute sui meccanismi dell’informazione
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