Trieste (Friuli-Venezia Giulia) 10 maggio 2015

Trieste: L’UCIIM ha organizzato una escursione nel Carso

Che il Carso riservi sempre sorprese è cosa ben nota: per la varietà dei suoi ambienti, per la stessa conformazione del territorio, per la flora particolarmente ricca, per le tormentate vicende storiche di cui è stato teatro.
L’uscita di domenica scorsa, 10 maggio, ha però lasciato stupiti gli stessi triestini, anche quelli che credevano di conoscerlo abbastanza: incredibile davvero trovare, a breve distanza dall’abitato di Prepotto, nel giro di poche centinaia di metri, grotte di grande suggestione, camminamenti militari, una cava, una fornace, uno stagno… Il tutto immerso in un ambiente particolarmente verdeggiante per i tanti cespugli fioriti e le numerose essenze sia nitrofile, legate alla presenza umana, che xerofile.
La grotta Caterina (Katra Jama) stupisce per la sua grandiosità: abitata fin dalla preistoria ha restituito manufatti neolitici, dell’età dei castellieri, del bronzo e di epoca romana e tuttora offre una suggestiva visione a chi vi si inoltra e guarda l’apertura dall’interno, più alto, verso l’uscita. Ma stupefacente anche la successiva, la grotta San Pelagio (Lesa Pecina) o, meglio, Durchganghohle, ovvero “Grotta che attraversa” in quanto, dopo una trentina di metri, termina aprendosi su una raccolta dolina semicircolare completamente circondata da pareti quasi verticali di una decina di metri, una volta campo coltivato a vigne, oggi conca incolta con alberi di alto fusto tra cui robinie e ciliegi. Da qui una scala in legno porta al parco tematico relativo alla Grande Guerra recentemente restaurato con molta cura da Danilo Lupinc: si è potuto percorrere un lungo camminamento a zig-zag nelle trincee costruite un secolo fa dai prigionieri russi e ammirare due splendide casite, ovvero ripari agro-pastorali costruiti interamente a secco. Più sotto, tra gli alberi, una stagno artificiale per l’abbeveramento del bestiame.
Sulla via del rientro, prima di tornare al plurisecolare pino d’Aleppo da cui era iniziata l’escursione, ancora una visita ad una fornace ormai fuori uso in cui, dalle pietre ricavate dalla vicina cava, si otteneva la calce.
Un’escursione molto remunerativa, resa ancora più piacevole dalla eccezionale competenza e passione della guida, prof. Elio Polli, dalla simpatica compagnia di soci e amici FARiT e UCIIM e da una limpida e soleggiata giornata quasi estiva. (Marina Del Fabbro)