San Gimignano (Toscana) 28 luglio 2014

Un cittadino scrive: riflessioni sul programma estivo 2014

SAN GIMIGNANO
Riteniamo giusto, quando è possibile, dare spazio e voce ai cittadini comuni. I politici parlano, la cronaca racconta ma, molte volte, la gente comune che dà vita alla città finisce per non poter esprimere, pubblicamente, la sua opinione.
Mauro Lisi, personaggio ben conosciuto a San Gimignano sia per la sua attività artigianale di maestro nella sartoria – lavoro svolto per tantissimi anni prima della pensione – sia come attento osservatore e appassionato della cultura, in particolare della lirica, ha inviato al direttore del nostro giornale una sua riflessione sul programma dell’Estate 2014 della città, con precise idee, domande e affermazioni che riportiamo.
“Caro Direttore – inizia la lettera – Stagione lirica addio? Da oltre 10 anni la stagione lirica di San Gimignano è stata colpita da una malattia di natura gestionale, e da quest’anno sembrerebbe entrata in una fase molto delicata, quanto potrà ancora sopravvivere? Il 2014 ci ha dato una prima vittima. Una “prece” ai concerti dell’Accademia Chigiana, gioielli musicali che potevamo gustare ogni estate.
L’unica idea interessante del programma attuale mi sembra sia quella di “Orizzonti verticali”, anche se credo sia lasciata molto in ombra, perché inserita in un programma con i suoi 7 settori ove c’è di tutto, dove manca solo il cinema, quindi, sempre a mio avviso, un po’ “caotico”. Per i prossimi anni, prevedo che vi sarà lo spostamento dei concerti pop a Santa Lucia, poi – se non cambieranno le cose – la fine della stagione lirica. Queste saranno le scelte culturali future dell’Amministrazione comunale, con il solito silenzio delle opposizioni? E’ mai possibile che nella nostra bella città, il futuro finisca per calpestare quei doni che il tempo ci ha offerto nel segno dell’arte e della tradizione?
Riccardo Muti, in un’intervista dello scorso anno, aveva detto “Non dimentichiamo che dopo la dignità della vita fisica e quella del lavoro, la società ha bisogno di cibo spirituale. Cioè di cultura, perché una società più colta è innegabilmente migliore”.
Non credo che questa mia riflessione debba creare inutili allarmismi, ma credo che sia stato meglio parlare prima, che lamentarsi dopo”. Lettera firmata da Mauro Lisi
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