Ciriè 27 Giugno 2016
Possiamo chiamarla una triste giornata quella avvenuta lunedì pomeriggio nel parcheggio di un supermercato nei pressi di Ceretta a San Maurizio Canavese.Il tutto, ha inizio verso le 14 circa quando, a bordo di una piccola utilitaria,due coniugi residenti a Ciriè decidono di fermarsi per acquistare sei bottiglie d’acqua.L’auto parcheggia negli appositi spazi e nel momento in cui i due occupanti scendono dal veicolo vengono avvicinati da una pattuglia dei Carabinieri per un normale controllo.
L’autovettura però risulta che ha un fermo amministrativo di 400 euro e la revisione scaduta.
In questi casi il codice della strada prevede il fermo del veicolo e un’ammenda di circa 1.100 euro che comunque vengono contestati e verbalizzati dagli stessi Carabinieri alla malcapitata famiglia Ciriacese.
” Sembrava fosse finito tutto li ” continua P.V. residente a Ciriè,ma il finale prende una piega diversa.” Io avendo preso la macchina di mia madre che è anziana pensavo fosse tutto a posto e invece, ho ammesso che comunque la sanzione era una cosa giusta fino a che il Carabiniere puntando il dito verso il parabrezza, mi fa notare il cartellino degli invalidi appoggiato sul cruscotto,e muovendo la mano in modo rotatorio mi dice che quel cartellino non è un lasciapassare e che deve essere rimosso.Io gli ho semplicemente fatto notare che pur avendo un figlio che soffre di una malattia non ho nemmeno parcheggiato negli appositi spazi per invalidi non avendo mio figlio con me.
Niente da fare e con modo “scherzoso” e a dir poco “strafottente” il Carabiniere mi obbliga a riporre il cartellino nel portaoggetti ”
La coppia torna a casa ma rimane l’amaro in bocca per l’umiliazione che ha dovuto subire da parte di un semplice cittadino che con una divisa dovrebbe tutelare,proteggere e non puntare il dito contro un semplice cartellino per invalidi.
La famiglia ha compreso che comunque il verbale era una cosa più che giusta,ma quando si viene derisi o peggio,umiliati in modo scherzoso e strafottente, le cose cambiano e ti lasciano un segno indelebile,perchè avere un figlio malato non è una colpa,ma una condanna che non si augura a nessuno, e l’aver dimenticato un cartellino invalidi sul cruscotto non può comportare l’umiliazione.
Un’umiliazione fatta con il sorriso,il dito puntato e le parole dette in quel contesto, hanno fatto più male di qualsiasi verbale.
Francesco Vivenza
UN CONTROLLO CHE SI TRASFORMA IN UMILIAZIONE.
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