Trieste (Friuli-Venezia Giulia) 13 gennaio 2016

Un documento ONU ribadisce l’esistenza del Territorio Libero

A seguito dell’escalation di violenze tra Gaza e Israele, nel luglio 2014 il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, riceveva una lettera dal presidente dello Stato di Palestina, Mahmoud Abbas, con cui si chiedeva ufficialmente che il territorio dello Stato di Palestina fosse messo sotto protezione internazionale da parte delle Nazioni Unite con lo scopo principale di assicurare protezione al popolo palestinese. Ban Ki-moon trasmetteva la lettera al Consiglio di Sicurezza affinché fosse data da parte dei membri del Consiglio la dovuta attenzione alla questione. Continuando la crisi israelo-palestinese per tutta l’estate del 2014, lo stesso Segretariato generale ha attuato una ricerca dei precedenti storici di situazioni analoghe che hanno richiesto varie forme di protezione di territori e dei loro abitanti. Stante l’interesse suscitato dalla richiesta palestinese, Ban Ki-moon decideva di condividere le risultanze della ricerca con i membri del Consiglio di Sicurezza, inviando il tutto con una lettera datata 21 ottobre 2015.
L’iniziativa del segretario generale dell’Onu in favore della richiesta palestinese, in maniera del tutto insperata ha indirettamente un risvolto fondamentale riguardante Trieste, il suo Territorio libero, il suo porto internazionale. Vediamo come e perché riportando la traduzione del testo del Segretariato generale dell’Onu.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale – spiega il documento, – il territorio di Trieste e l’area attorno alla città divenne motivo di contesa tra Italia e Jugoslavia. Il Consiglio dei Ministri degli Esteri, composto da Francia, Regno Unito, Stati Uniti e Unione Sovietica, sottopose al Consiglio di Sicurezza una bozza di trattato di pace tra Italia e Jugoslavia, che proponeva un Territorio Libero di Trieste la cui indipendenza e integrità doveva essere assicurata dal Consiglio di Sicurezza. Con la sua risoluzione n. 16 del 1947 il Consiglio di Sicurezza approvò lo strumento per il regime provvisorio del Territorio Libero di Trieste, lo Statuto Permanente per il Territorio Libero di Trieste, e lo strumento normativo per il Porto Franco di Trieste, documenti contenuti negli allegati del Trattato di Pace, e accettò le responsabilità derivanti da questi strumenti.
Il Trattato di Pace entrò in vigore il 15 settembre 1947 – evidenzia il documento, – e fece cessare la sovranità dell’Italia sul territorio. Il Consiglio di Sicurezza, inoltre, non si è mai sollevato dalle sue responsabilità derivanti dal Trattato rispetto al Territorio a causa della sua incapacità di nominare un Governatore per il Territorio. Al suo posto, in seguito al Memorandum d’Intesa del 1954 riguardante il Territorio Libero di Trieste, Italia e Jugoslavia istituirono un’amministrazione civile rispettivamente nelle due zone del Territorio precedentemente amministrate dal Regno Unito e dagli Stati Uniti da una parte e dall’Esercito Jugoslavo dall’altra.
Il documento prosegue citando le basi legali relativo al ruolo che le Nazioni Unite hanno a Trieste e esplicitando quella che doveva (e deve) essere la struttura del Governo del Territorio sulla base dell’articolo 9 dello Statuto Permanente. Indica poi il ruolo ed i compiti che sono stati affidati alle Nazioni Unite, quelli del Consiglio di Sicurezza (la responsabilità ultima di garantire l’integrità e l’indipendenza del territorio con l’assicurare l’osservanza dello Statuto Permanente e il mantenimento dell’ordine pubblico e della sicurezza nel Territorio) e del Governatore.
Il documento cita come riferimento 4 soli documenti: la bozza del trattato di pace tra Italia e Jugoslavia, il Trattato di Pace con l’Italia firmato il 10 febbraio 1947, il Memorandum d’Intesa del 5 ottobre 1954, la risoluzione del Consiglio di Sicurezza n. 16 del 10 gennaio 1947.
In buona sostanza, dunque, il documento redatto da esperti delle Nazioni Unite incaricati dal segretario generale conferma lo status giuridico del Territorio Libero di Trieste di Stato indipendente governato in regime di amministrazione provvisoria sotto la protezione permanente del Consiglio di Sicurezza dell’Onu.
L’atto (S/2015/809) avrà sicuramente non poche conseguenze a Trieste, dove più o meno dal 2011 è risorta con forza la volontà di far rispettare all’Italia gli accordi internazionali che regolamentano lo stato indipendente e di far smettere alle autorità amministrative provvisorie italiane la parvenza di sovranità ostentata sul territorio che l’Italia ha perso definitivamente nel 1947. Il documento del Segretariato generale Onu sta spopolando in rete e sono previste iniziative come una conferenza stampa indetta per il 15 gennaio dall’International Provisional Representative of the Free Territory of Trieste – I.P.R. F.T.T., che il 10 gennaio ha formalizzato un reclamo internazionale per i tentativi del Governo amministratore italiano di eliminare illegalmente un ampio settore, il Porto Franco Nord, del Porto Franco internazionale del Territorio Libero di Trieste. Insomma, come scrive in un suo comunicato Triest NGO, un altro ambito di azione per il ripristino della legalità internazionale a Trieste, che nel settembre dello scorso anno a Ginevra aveva chiesto al Consiglio Onu sui Diritti Umani di portare all’attenzione del Consiglio di Sicurezza la necessità di rimettere in agenda la nomina del Governatore del Territorio Libero di Trieste, l’affermazione della Segreteria generale dell’Onu, che confermando validità attuale agli allegati VI e VIII del Trattato di Pace riafferma 69 anni dopo l’esistenza de facto del Territorio Libero di Trieste, “per Trieste, per il suo Porto e per il suo Territorio nulla sarà più come prima”.