Parroco che va, parroco che viene. La fotografia è emblematica del passaggio: il pulmino caricato con le ultime cose dell’uno, l’autocarro che trasporta quelle dell’altro. Domenica scorsa, 6 settembre, la messa delle 10.30 è stata la messa di saluto di don Alberto Fugazza, che da ieri, 7 settembre, è il nuovo parroco di Spino d’Adda. Sempre nella serata di domenica presso l’Oratorio molti parrocchiani hanno partecipato alla cena per un saluto in amicizia e convivialità a don Alberto che ha guidato la parrocchia brembiese negli ultimi 5 anni. Domenica 13 settembre, seconda domenica del mese, giorno di sagra in cui si festeggia il patrono del paese, Santa Maria nascente (anche se la ricorrenza della Natività della B. V. Maria cade l’8 settembre), vi sarà l’entrata del nuovo parroco, don Cristiano Alrossi.
“Non vi nascondo una certa fatica a lasciare la comunità di Brembio perché dopo cinque anni… sapete com’è… le cose cominciano a funzionare. Inizia quella sana ironia che ti aiuta ad essere migliore e a superare i difetti personali, ma allo stesso tempo, sai che chi ti sta parlando ti vuole bene e, anche fosse una critica, ne rimani anche contento”, così scriveva don Alberto nell’articolo di presentazione pubblicato sul bollettino parrocchiale di Spino d’Adda e ripreso nel n. 31 di quello di Brembio del 30 agosto. “Sono diventato prete – continuava – nel giugno 1998 e il vescovo Mons. Capuzzi mi ha mandato nella parrocchia di S. Alberto in Lodi. Una parrocchia molto giovane (pensate che su 4.000 abitanti c’erano 14/15 funerali all’anno) dove ho mosso i primi passi da prete. Dopo 4 anni sono andato a Zelo Buon Persico (i nostri vicini) e lì sono stato per otto anni all’oratorio”. Dopo dodici anni di esperienza fatta soprattutto con i giovani, la prima esperienza da parroco: “Nel 2010 Mons. Merisi mi ha poi mandato a Brembio come parroco e ho sostituito don Elia Croce che il Vescovo aveva voluto come Padre Spirituale in Seminario”.
A Brembio don Alberto Fugazza ha avuto a fianco don Giuseppe Merli, che, dopo essere stato parroco del luogo per trent’anni, andato in pensione aveva deciso di rimanere a vivere nella comunità, dove aveva maggiormente svolto il suo ministero. “Sono stato in buona compagnia perché don Giuseppe era un uomo contento e sereno”. Dopo la morte di don Giuseppe, avvenuta il primo settembre 2012, don Alberto rimane da solo a curare tutte le incombenze della parrocchia, a cominciare dall’Oratorio: “A Brembio essendo da solo dovevo fare anche da prete dell’oratorio”. Particolarmente ai giovani di Brembio don Alberto Fugazza ha dedicato molto del suo impegno di sacerdote, facendo un buon lavoro. Non è a caso che “Il Segno” mensile (settembre 2015) che testimonia il passaggio del testimone alla guida della parrocchia sia per la gran parte occupato dai resoconti del Grest 2015 e del Campo Scuola 2015, pagine ricchissime di fotografie che mostrano le attività ed una presenza notevole di giovani e bambini: esperienze piene di serenità, positive e che rimarranno per molto tempo nel ricordo dei giovani partecipanti, come affermano le testimonianze riportate.
A Spino d’Adda troverà un ambiente per lui nuovo, “Non ci sono mai stato a Spino”, scrive nell’articolo citato, ma avrà l’aiuto di altri due preti e sicuramente, quanto a mentalità del luogo, il giovamento della precedente esperienza di Zelo Buon Persico.
Spino d’Adda o Spì come si dice nella parlata cremasca è un comune di 6.904 abitanti, governato da una lista civica di centrodestra guidata dal sindaco Paolo Riccaboni, a soli 19 km da Milano e a 10 km da Lodi, con una presenza di 680 stranieri residenti al primo gennaio di quest’anno. Il territorio di Spino è attraversato dalla “Paullese”, ex strada statale 415, che è in questi giorni al centro delle cronache sui giornali, dopo che un’ordinanza del sindaco Riccaboni ha reso obbligatorio il giubbino catarifrangente per le prostitute che lavorano lungo le strade di collegamento tra il paese e l’ex statale “Paullese”, pena la sanzione di 500 euro di multa se le forze dell’ordine le sorprenderanno senza giubbino catarifrangente e, dalle 18 alle 8, senza pantaloni a bande riflettenti.Attualmente la polizia locale è impegnata a informare le ragazze di origine africana e dell’est europeo sulla normativa in vigore; dopo scatterà la tolleranza zero.
Non c’è dubbio che Spino è un ambito completamente diverso da Brembio, e non solo per dimensione più impegnativo, per molti versi una terra di missione e profetiche appaiono le parole che don Alberto, ricordando don Maurizio Bizzoni, l’amministratore parrocchiale “che da pochi giorni ha intrapreso il cammino con le comunità di Nosadello e Gradella”, scrive: “Spero e credo che un aiuto nella direzione della missione ce lo abbia lasciato in eredità”.
Una settimana di transizione per la Parrocchia di Brembio
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