Caserta (Campania) 17 agosto 2017

Valanga di furti a Caserta, le istituzioni dormono

Furti d’appartamento a valanga in via Neroni e dintorni, un’anziana in gravi condizioni: istituzioni e forze dell’ordine assenti

Da oltre un mese nel parco Niei di via Lorenzo Maria Neroni, arteria della più nota via Ferrarecce, nei parchi attigui e negli esercizi commerciali adiacenti si stanno verificando numerosissimi furti con e senza scasso ad opera di due bande di malviventi. Stando alle rivelazioni della polizia, una sembra particolarmente ferrata allo svaligiamento di negozi e studi. L’altra, invece, presenterebbe maggiori propensioni al trafugamento di ori, denaro e suppellettili varie dagli appartamenti. L’austerità economica conduce inevitabilmente alla specializzazione di ladri e topi di appartamento; le uniche a specializzarsi sempre meno nel fronteggiare le gravi emergenze summenzionate sembrano invece essere le forze dell’ordine. Fonti attendibili rendono noto che esiste un’unica volante disponibile alla supervisione del territorio nel capoluogo di Terra di Lavoro e dintorni. I carabinieri, dal canto loro, tendono a dissuadere i cittadini inclini all’autodifesa, rammentando loro che potrebbero essere coinvolti in un processo. Uno Stato ridicolo e beffardo che al danno aggiunge la burla, non dissimile dalle realtà amministrative locali, destinate all’autofagocitazione come quella casertana. Giornali cartacei e notiziari telematici, difatti, glissano o tacciono: l’arte dell’assuefazione sembra essere il prodotto più autentico di questa democrazia dalle vestigia lacere, bisunte e maleodoranti. Del resto il furto è come il cancro: alimenta il Prodotto Interno Lordo e la fame degli speculatori in giacca e cravatta. Non può essere diversamente tenuto conto che la pletora di ladrocini e ruberie condotti ai danni degli sfortunati cittadini in questione si tramuta in una spesa non indifferente in presidi finalizzati alla sicurezza, per la gioia dei fabbri ed il giubilo di elettricisti installatori di sofisticati e costosi impianti di allarme. Insomma il terrore quotidiano vissuto dalle insonni famiglie residenti al numero 11 di via Neroni è diventato strutturale, essendo sdoganato con una disinvoltura disarmante, molto vicina all’omertà e alla connivenza. Gli abitanti del circondario raccontano di informatori o presunti “pali”, gentaglia più o meno nota che sta venendo lentamente a fuoco. Non è escluso che qualche condomino stia studiando strategie e stratagemmi fantasiosi per tutelarsi in autonomia e sferrare qualche insidioso fendente in religioso silenzio dalla porta “sbagliata”. E’ questo il pensiero di un audace signore che abita proprio nelle prossimità degli appartamenti svaligiati e che asserisce avere “le scatole piene”. Allo scopo di agire indisturbati i rapinatori sembrano preferire le facciate posteriori degli edifici in oggetto, quelle relativamente più isolate confinanti con la rete ferroviaria. Avvalendosi delle strutture a supporto della canna fumaria i malintenzionati sembrano introdursi negli appartamenti del parco Niei anche di giorno, noncuranti dell’eventuale presenza dei legittimi proprietari. E’ anche vero che, attualmente, queste bande sembrano dotate di strumenti di forzatura estremamente sofisticati e precisi come “chiavi bulgare”, grimaldelli e “chiavi morbide”. Queste ultime vengono silenziosamente introdotte nella serratura per leggerne codici, strutture e caratteristiche. Una volta estratte il gioco è fatto perché sulla base della mappa della serratura così acquisita verrebbe messa a punto la chiave appropriata atta all’apertura corretta della maschiatura interessata senza il minimo rumore. Sono ben 4 i furti perpetrati ai danni dei condomini del parco Niei di via Neroni numero 11 in meno di un mese: circa un furto a settimana. Tra i cittadini derubati figura l’amministratore del palazzo. Quest’ultimo rende noto che nel suo appartamento oltre a preziosi e suppellettili sono stati trafugati anche alimenti dal frigo ed indumenti. Non si può escludere, dunque, che tra i topi d’appartamento succitati vi siano anche extracomunitari, rom, rifugiati ed immigrati di difficile identificazione. Forse gli stessi che lo Stato italiano sostiene con i soldi dei contribuenti e dell’UE. O forse gli stessi ai quali parte della cittadinanza riconosce generosi oboli ed elemosine di giorno, ignari dell’infausto trasformismo incombente probabilmente a tarda ora. Tra i condomini derubati emerge il caso drammatico e disperato di una donna ultra85enne, la signora Iodice che, in seguito al furto subito è stata colpita da ischemia versando da qualche giorno in condizioni assai critiche all’ospedale di Caserta. In tal caso si è scomodata addirittura la polizia scientifica che, dopo aver eseguito le rilevazioni di rito, ha provveduto a porre l’appartamento in questione sotto sequestro sprecando un po’ di nastro adesivo e qualche blando sigillo (come da foto). Nulla più, non temete: non una pattuglia una tantum a scopo deterrente e neppure sporadici controlli di routine nella zona. Neppure la rimozione di una scala sospetta adagiata tra la ferrovia e gli appartamenti scassinati. Niente di niente e i carabinieri sottolineano, per giunta, che spetterebbe alla polizia occuparsi della vicenda: tempismo e rinuncia compulsiva sembrano rutilanti coincidenze astrali nella nostra città, non c’è che dire. I cittadini dovrebbero prendere esempio dalle summenzionate posture istituzionali traendone attiva ispirazione al momento opportuno e disimpegnandosi allo stesso modo all’atto della contribuzione. Forse, è anche da questi orientamenti così sommari, superficiali ed approssimativi che dipende la fatidica ed imperativa “inclusione” degli immigrati, tanto cara a don Antonello Giannotti, presidente della Caritas di Caserta, e ai radicali. Una sorta di obbligo di accettazione supina subdolamente passata sotto silenzio pochi mesi fa nel corso di una conferenza sull’immigrazione. Congetture, supposizioni, fantasie o forse amare deduzioni: ciascuno è libero di vederla come vuole finchè paga i tributi e si sente in ostaggio in casa propria, esattamente come accade agli abitanti del numero 11 di via Neroni e dintorni, nella città di Caserta. Tutto sommato i casertani, pur non potendo contare sui vigili urbani, presenti sul territorio come i dinosauri nella fauna terrestre, possono sempre avvalersi dei posti di blocco. Quelli istituiti dalle forze dell’ordine in prossimità del cimitero del capoluogo di Terra di Lavoro allo scopo di sanzionare le automobili con qualche lampada fulminata, gli pneumatici spaiati, qualche timbro mancante sul libretto ed altre “gravissime violazioni similari” che minano quotidianamente la sicurezza e la vivibilità della cittadinanza intera. Passino pure gli scassoni ed i trabiccoli di immigrati e venditori di merce contraffatta riapparsi per incanto anche in piazza Pitesti con il placet di sindaco ed istituzioni. I casertani sono gente fortunata, non lo si può negare: vivono quotidianamente nelle magiche atmosfere dei teatrini di Pulcinella senza neppure pagare il biglietto. “Così è se vi pare” scriveva Pirandello. E pare proprio che “la Repubblica che in questo momento ufficialmente ci esprime, non è più, è deceduta, è defunta e non le stanno dedicando nemmeno un funerale di terza classe”. Questa arguta intuizione di Giorgio Almirante, uomo e politico di altro spessore civico e morale, proferita in un celebre discorso tenuto a Napoli circa 40 anni fa, dovrebbe indurre quel che resta delle istituzioni locali a riflettere e meditare lungamente.