h 18.30 Venerdì Santo – Rito tradizionale “Su Scravamentu” che si svolge ancora in qualche paese della Sardegna;
a San Gavino Monreale si svolge tra la Chiesa di Santa Croce e la Chiesa di Santa Chiara
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I riti della Settimana Santa sono l’insieme delle manifestazioni religiose organizzate in diversi luoghi della Sardegna ad opera delle locali confraternite in occasione della Pasqua.
Questi antichi riti, di grande richiamo turistico, vogliono rappresentare i momenti più significativi della vita di Gesù Cristo, descritti nei Vangeli, dal suo arresto da parte dei romani alla Resurrezione, affiancandosi alle celebrazioni ufficiali della Settimana Santa.
S’Iscravamentu
All’imbrunire inizia la cerimonia di S’Iscravamentu. Arrivano per primi i confratelli delle Anime (recitando il Miserere, che viene anche cantato dal cuncordu sia all’uscita dall’Oratorio, che in chiesa prima della celebrazione; questo si ripete per ogni Confraternita), vestiti a lutto, con l’effigie della Maddalena e con i ceri. Arriva poi la Confraternita del Rosario, con l’effigie della Madonna Addolorata e due bambini vestiti da angioletti. Per ultima la Confraternita di S. Croce (che si sistema sull’altare in quanto svolge in prima persona il rito della deposizione), con la lettiga (sa lettèra) e due confratelli vestiti da giudei che impersonano Giuseppe d’Arimatea e Nicodemo (si dice che un tempo fossero i nobili ad avere l’onore di deporre Gesù dalla croce). Durante S’Iscravamentu gli angioletti sono fatti sedere su un tavolo ai piedi della croce; dopo che i confratelli (in uno dei momenti di maggior suggestione, che prevede tre colpi di martello sulla croce nel silenzio totale della chiesa) estraggono ciascun chiodo, lo baciano e lo mostrano ai fedeli, poi un angioletto viene sollevato per fare in modo che il chiodo possa essere depositato nel piatto (s’affuente) che tiene in mano; i chiodi si portano ai piedi dell’Addolorata, mentre la corona di spine viene posata sul suo capo. Dopo la deposizione, Gesù è mostrato ai fedeli e messo nella lettiga, ornata da piccole luci e da fresie bianche, mentre un cuncordu intona lo Stabat Mater. All’uscita dalla chiesa per la fiaccolata si canta invece S’Ottava Trista.