Nelle democrazie liberali la libertà di espreasione viene considerata come un elemento fondamentale. Tale diritto non ha un’estensione illimitata, visto che tali linguaggi non possono essere indirizzati all’incitamento ed all’odio razziale, nazionale o religioso, oppure l’appello alla violenza contro un individuo o una comunità, che, anche nel diritto italiano, costituiscono reato. In Italia la libertà di stampa è sancita dall’Art. 21 della Costituzione, secondo cui sostanzialmente la stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure e tutti hanno il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione, restando nei limiti sanciti dalla Costituzione. L’ultimo momento saliente nella storia della libertà di parola e di stampa si può far risalire al 10 Dicembre 1948, quando viene proclamata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite la “Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo” e nello specifico quanto evidenziato nell’articolo 19, dove “Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.” La libertà di stampa è una delle garanzie che un governo democratico, assieme agli organi di informazione (giornali, radio, televisioni, provider internet), dovrebbe garantire ai cittadini ed alle loro associazioni, per assicurare la libertà di parola e la stampa libera, con una serie di diritti estesi principalmente ai membri delle agenzie di giornalismo ed alle loro pubblicazioni. Il giornale,la radio, la televisione: hanno portato il mondo nelle case degli italiani fin dagli anni ’50, aggiungendo all’importanza della parola propria della radio, la forza delle immagini in diretta dal luogo dell’avvenimento, così come internet è un altro valido strumento utile che consente di scambiare, ricevere, avere informazioni a una velocità senza precedenti. Parteciperà in qualità di relatore Antonino Megali (socio del sodalizio organizzatore).
La censura in Italia nel Novecento
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