Roma (Lazio) 10 novembre 2018

La crisi economica, un metodo per governarci e farci sentire in pericolo

La crisi oggi è il metodo di governo che l’élite dominante impiega per amministrare il mondo all’insegna del neoliberismo. È la tesi portante dell’ottimo testo di Dario Gentili, Crisi come arte di governo (Quodlibet, Macerata 2018). Secondo quanto ricordato da Foucault, la formula “vivere pericolosamente” (vivre dangereusement) può essere elevata a massima del liberismo o, con le parole stesse del pensatore francese, a “marchio esistenziale interiorizzato dalla soggettività costruita dalla governamentalità liberale”.

Nel quadro del regime neoliberale, “gli individui sono messi continuamente in stato di pericolo, o meglio sono posti nella condizione di esperire la loro situazione, la loro vita, il loro presente, il loro avvenire, ecc., come fattori di pericolo” . Il rischio d’impresa si socializza alla società tutta: dà luogo a una sorta di economia del rischio che non conosce nulla di esterno a sé. Tutto diventa a tempo determinato, a rischio, in una condizione di perenne pericolo. La crisi economicida, in questo senso, non è che la “pericolosità” politica e sociale analizzata dal punto di vista sistemico della produzione e del mondo della vita. Il pericolo al quale rimanda il sintagma vivre dangereusement coincide non tanto con quello esterno, quanto piuttosto con quello interno del rovescio economico e dello sconvolgimento della vita quotidiana. Vivere pericolosamente significa primariamente adattare la propria intera esistenza al paradigma del rischio d’impresa, divenuto modello unico e onniavvolgente della società aziendalizzata.