Come si ottenevano misure precise nel 1200? A Padova esiste ancora un “cantòn” dove sono custodite queste unità di misura.
Tra due delle piazze più note di Padova, Piazza della Frutta e Piazza delle Erbe, la scienza ha lasciato la sua firma: nelle piazze troviamo testimonianza della scienza delle misure.
Sulla parete di Palazzo della Ragione che si affaccia su Piazza della Frutta, sotto il Volto della Corda, sono incise alcune antiche unità di misura padovane: il “copo”, cioè una tegola per misurare la farina, lo “staro” che serviva a misurare le granaglie, il “quarelo”, utile a misurare le dimensioni del mattone, il brazzo o brazzolaro, cioè il “braccio”, che serviva a misurare la stoffa. L’incisione fu fatta per volontà delle autorità comunali nel 1277 per permettere un rigoroso controllo delle quantità e delle misure delle merci che i commercianti si scambiavano in centro a Padova. Per questo quell’angolo della piazza ha preso il nome di Canton dee busie, cioè l’angolo delle bugie: chi faceva un uso scorretto delle unità di misura veniva legato con delle corde all’arco e le sue proprietà venivano mese all’asta. Segno di quest’usanza sono le mensole in trachite, ormai distrutte, che dovevano sorreggere i pioli a cui i colpevoli, con le mani legate, lì venivano appesi.
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