Scrivo facendo seguito alla richiesta d’intervento del 10 ottobre 2017 riguardante la messa in sicurezza del tratto terminale del Torrente Saitta di Lazzaro, per rappresentare nuovamente l’alto rischio che corrono gli automobilisti e i pedoni nel percorrere il sopra citato tratto fluviale, di fatto trasformato in strada pubblica. Il pericolo, come in precedenza scritto, non è determinato soltanto dalle acque torrentizie che scendono da monte, ma anche da quelle del mare che in caso di straordinarie mareggiate o di onda anomala le persone presenti in prossimità della foce verrebbero inghiottite dalle acque.
Al riguardo si sottolinea fortemente l’elemento di pericolosità aggiunta, in caso di piogge a carattere alluvionale, determinato dall’occlusione a monte, soprattutto nell’area fluviale lato sud del cimitero di Lazzaro, dell’alveo fluviale di un canale idraulico, per lo scivolamento dei rifiuti pericolosi e non (pericolosi), dell’adiacente discarica abusiva a cielo aperto, per la presenza di alberi, alcuni franati trasversalmente nell’alveo che fanno da sbarramento al libero deflusso naturale delle acque torrentizie, per l’accumulo di materiale di sedimentazione proveniente dai processi di erosione delle pendici e di altro materiale accumulatosi nel tempo e mai rimosso, per cui la portata idrica non è in grado di raggiungere la foce. Si è formato un tappo e sebbene più volte segnalato, ancora non si vuol comprendere che a valle insiste l’abitato di Lazzaro.
Le recenti tragedie provocate in tutta Italia da ripetute esondazioni di fiumi e torrenti, anche per effetto di cambiamenti climatici, che non hanno risparmiato la nostra regione, incluso il territorio di Motta SG, non lasciano spazi temporali per prorogare gli interventi di messa in sicurezza dei torrenti, in questo caso parliamo del torrente Saitta di Lazzaro
Vincenzo CREA- A.N.CA.DI.C
Lazzaro. Grave pericolo per l’incolumità generale minacciata dal Torrente Saitta
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