Amantea (Calabria) 07 novembre 2018

Le speculazioni ambientali

Dov’erano, quelli che ci hanno governato, quando non si faceva manutenzione del territorio? Quando si cementificava l’Italia? Quando si speculava, si manomettevano i piani urbanistici per trasformare aree agricole in edificabili? Quando si trasformavano i consorzi di bonifica, che dovrebbero fare prevenzione sul dissesto idrogeologico, in carrozzoni politici? Le vittime del maltempo di questi giorni sono in realtà vittime di questi silenzi, di queste complicità. Di chi ha speculato per proporre commissari e logiche emergenziali e non ha mai voluto fare prevenzione e seria manutenzione dell’ambiente. Di chi ha svenduto il Paese, per fare gli interessi di palazzinari e politici corrotti. L’Italia è il Paese delle “mani sulla città”, della grande colata di cemento, inutile girarci attorno. E tutti i nodi vengono al pettine. Oggi paghiamo i costi di questo saccheggio. Costi resi ancora più cari dal fatto che c’è l’austerità, il “ce lo chiede l’Europa” che imponeva tagli lacrime e sangue, rendendo più difficile intervenire. È di fronte a tutto questo che abbiamo deciso di varare una manovra di crescita, per investire sul territorio e affrontare con serietà il tema del dissesto idrogeologico. Un quinto degli ettari consumati in tutta Italia, 5.211, nel 2017, si concentrava in Veneto. In termini assoluti, il record italiano per provincia di consumo di suolo è proprio di Verona, con 300 ettari di nuovo suolo artificiale, seguita da Vicenza, Venezia e Treviso. Mentre a valle si specula, a monte non si fa prevenzione, ed ecco che che assistiamo al disastro di oggi