CONCERTO ORGANIZZATO DA ATHANOR EVENTI E DAL COMUNE SPOLETINO.
Camicia bianca, pantalone nero, giacca nera, non poggiata sulla spalla come nella famosa foto del suo compagno degli esordi, Robert Mapplethorpe, ma gettata sfrontatamente sul palco, quasi alla fine del concerto. Una figura androgina fuori da ogni standard estetico, anticonformista, ribelle, come lo era negli anni ’70, quando prepotentemente si fece largo nel mondo del rock, con un carisma fuori da ogni norma, con la sua intelligenza di donna capace di imporsi in un mondo maschilista che ancora credeva che il sesso femminile fosse un gradino più in basso degli uomini. Dietro le quinte alla mia domanda sul perché abbia scelto proprio Spoleto come tappa del suo tour in Italia, risponde che Spoleto è una città portabandiera del movimento femminista, in cui il tema dell’indipendenza delle donne è motivo di discussione e di crescita. Una città culturalmente viva, famosa per i suoi concerti e per i suoi eventi. “Una città che mi andava di visitare” risponde ridendo. “La poesia è nelle parole dei bambini, è un tutt’uno con la natura, una parte predominante dell’essere umano”, afferma quando le chiedo quale sia il ruolo della poesia nella vita di ognuno di noi. Ricorda William Blake, visionario poeta inglese il cui genio fu riconosciuto solo dopo la sua morte. A lui dedica “My Blakean Year”. Declama Petrarca: “Solo e pensoso”, la solitudine come riparo dalla passione, come ricerca di un proprio sentimento interiore. Solo una come Patti, poteva permettersi un riferimento simile, solo lei poteva esser degna di una pausa così carica di pathos. Con il suo cavallo di battaglia, “People have the power” esorta a far valere sempre la propria voce e s’inchina, con i suoi compagni di avventura, Tony Shanahan e la figlia Jesse, davanti al pubblico estasiato del Teatro Menotti.