Crotone (Calabria) 20 luglio 2020

Relazione pubblica del Garante dei detenuti di Crotone 2020 sulla detenzione carceraria

E’ fondamentale che oggi la società , composta da liberi e detenuti sia concepita come un unicum , un unico corpo sociale : infatti, ha avuto modo di ricordare già il Garante nazionale nella sua Relazione 2020 al Parlamento che “una società che considera le ferite del suo stesso corpo qualcosa di estraneo da sé, non può essere in grado di far funzionare ed agire positivamente le parti che ritiene essere sane”. Trovo particolarmente significativo il luogo da cui oggi dò lettura dell’estratto della Relazione pubblica alla Città 2020 sullo Stato della detenzione carceraria a Crotone, proprio la Provincia di Crotone rappresenta, infatti, quella istituzione che supera i confini della nostra città esattamente come il carcere che ospita non solo detenuti crotonesi , ma anche di persone provenienti da altre realtà del comprensorio e cittadini stranieri , parte della comunità internazionale. Attualmente nel carcere a Crotone sono recluse 133 persone: di cui la maggioranza italiani. L’enumerazione delle cifre non deve farci mai dimenticare che i detenuti sono persone con percorsi di vita, tensioni, speranze, errori e non dati meramente statistici. Il carcere va dunque considerato come un universo di situazioni : condannati in attesa di sentenze che definiscano il giudizio, persone soggette a misure cautelari e dunque in attesa di un processo che accerti l’innocenza o la colpevolezza nell’ambito penale e poi i condannati definitivi , ovviamente soggetti all’esecuzione penale. Quando si parla di restrizione alla libertà personale e competenze dei Garanti, in generale, bisogna anche ricordarsi delle persone sottoposte ai Trattamenti Sanitari Obbligatori, ed a tutti i luoghi di restrizione alla liberà personale, come pure ai Centri di accoglienza