Svizzera, Paese estero 15 novembre 2018

Ricercatrice in Svizzera. “Italiani mammoni? Con 1000 euro al mese è ovvio. Qui non dipendo dai miei genitori”

Silvia Ronchi ha 26 anni e fa il dottorato al Federal Institute of Technology di Basilea. “Con me tanti ricercatori italiani. Non perché siamo più intelligenti, ma perché nel nostro paese non c’è lavoro. In Italia se sei fortunato diventi prof a 50 anni”. “A noi italiani rimproverano sempre di essere mammoni: ma con mille euro al mese, come fai ad andare a vivere da solo?”. Silvia Ronchi da poco più due anni vive a Basilea, al confine svizzero tra Francia e Germania. I luoghi comuni sugli italiani la fanno arrabbiare. Lei, con un assegno di ricerca di 5mila franchi al mese, a 26 anni ha potuto ottenere l’indipendenza economica che a tanti suoi colleghi in Italia non è concessa. La vita in Svizzera costa decisamente di più, ma parliamo comunque di uno stipendio quadruplo rispetto media dei suoi connazionali. “Un ricercatore in Italia viene pagato poco più di mille euro al mese, o anche meno. Se devi pagarne 600 o 700 di affitto, come fai a mantenerti da solo?”. Il suo stipendio le ha permesso di viaggiare, ma è l’indipendenza la soddisfazione più grande: “È molto bello non essere mantenuta dai genitori, senti che la tua vita ti appartiene e puoi gestirla. Puoi scegliere cosa fare e come. In Italia sarebbe stato impossibile durante un dottorato”.