Palermo (Sicilia) 04 settembre 2020

Scuola Sicilia, incertezze per la disabilità

In Sicilia, scrive Caterina Altamore docente di Palermo, la scuola potrebbe non partire per gli alunni con disabilità.
E non per colpa del Covid.
La scuola non è ancora cominciata, se non per le attività di recupero, ma già appare chiaro che il 14 settembre, quando la campanella suonerà per gli alunni di tutta Italia, alcuni non la sentiranno, in quanto “costretti”, loro malgrado, a restare a casa.

Ma che cosa potrebbe impedire un diritto costituzionale, fondamentale, come quello dell’istruzione?
Molti alunni con disabilità necessitano di interventi fondamentali, come l’assistenza igienica, indispensabili non solo per il loro benessere personale, ma anche per la convivenza in società.
Fino ad oggi questo servizio è sempre stato assicurato, tramite personale appositamente preparato. E questo ha consentito loro di accedere pienamente al diritto allo studio.
Ma quest’anno, uno dei più difficili e complessi, a causa dell’emergenza Covid, l’Assessore La Galla ha tagliato i finanziamenti ai Comuni, con i quali venivano garantiti i servizi essenziali a scuola come, per l’appunto, l’assistenza igienica per gli alunni con disabilità.
Il “taglio” ai finanziamenti significa che soltanto i collaboratori scolastici e le collaboratrici scolastiche dovranno occuparsi delle necessità di questi alunni (dopo aver effettuato un rapido corso di formazione).

La situazione che si sta creando è paradossale: è ben noto, infatti, che nelle scuole siciliane i collaboratori sono numericamente insufficienti e quest’anno, oltre alla gestione ordinaria, sono chiamati a raddoppiare il loro impegno per gli interventi di sanificazione.
Stante così la situazione, a rimetterci saranno ancora loro: gli alunni con disabilità.
Perciò, se non si interverrà prontamente per trovare una soluzione immediata, gli alunni con disabilità, discriminati nei loro diritti fondamentali, saranno costretti a restare fuori dalla scuola, lontano dai loro compagni, impossibilitati alla frequenza. E, tutto questo, non per colpa del Covid!
(Di Caterina Altamore)