“TITIWAI” DI SANDRO ANGELUCCI. LA PRESENTAZIONE AD AULLA (MS) 11 MAGGIO ORE 16.00 SALA CAPITOLARE MUSEO DI S CAPRASIO CON IL PROF FRANCO PEZZICA, LETTURE DI EGIZIA MALATESTA

Tra i poeti di spicco della scena contemporanea Sandro Angelucci, nato a Rieti con la sua recente opera ha saputo cogliere stati d’animo dell’uomo, oggi sempre più volto a guardare al bene materiale, e sempre alla ricerca di risposte al senso di un’esistenza spesso inafferrabile. E’ “TITIWAI” edito da Ladolfi marzo 2019 la sua raccolta poetica che sarà presentata ad Aulla (Massa) l’11 maggio alle 16,00 nella Sala Capitolare del Museo di San Caprasio, con relatore il Prof. Franco Pezzica e letture a cura di Egizia Malatesta. Saggista e critico letterario di grande spessore e sensibilità, Sandro Angelucci nei suoi versi restituisce desideri di un’umanità apparentemente sicura di sé, ma fragile, in bilico in questo tempo dove la Verità non è facile da raggiungere specie per chi vive in funzione del potere, fermandosi alle apparenze. Attraverso un nuovo sguardo sulla Natura e sul mondo a riscoprire aspetti apparentemente banali, in “Titiwai” viene suggerito un percorso di ricerca della verità su questo cammino a partire dal centro della Terra dove nasce il primo fulcro dell’energia. Individuato nelle grotte della Polinesia abitate da larve che restituiscono luminosità pur nel loro essere insignificanti, questo luogo buio, ma illuminato dalle larve stesse, proietta nel viaggio alla riscoperta di se’ e delle proprie attitudini originarie, nell’abbraccio con la Natura con cui ritrovare quell’armonia perduta. Nel loro restituire una visione luminosa di un luogo buio, le larve rappresentano una metafora di come l’equilibrio risieda proprio nell’armonia dei contrari. Così Franco Campegiani scrive nella postfazione: “Titiwai…. una stupenda metafora di questi equilibri, di questo mistero speculare, di questa dualità. E’ l’incontro del Cielo con la Terra, l’abbraccio del Padre con la Madre, l’armonia tra lo Yn e lo Yang. La Terra non è che un Cielo capovolto, se possiamo trovarlo inabissato nelle sue cavità”.
Silvana Lazzarino