Reggio Di Calabria (Calabria) 27 marzo 2024

Tra le vittime delle Fosse Ardeatine anche cinque calabresi

80 anni fa, in Roma, avveniva l’eccidio di 335 tra civili e militari, a seguito dell’attentato dinamitardo, da parte dei Gap capitolini (Gruppi di Azione Patriottica), del 23 marzo del 1944 nel rione Trevi, in via Rasella, nei confronti di un reparto militare, composto da reclute altoatesine. Ciò causò la morte di 35 militari e 2 civili, mentre i feriti furono 53 militari ed 11 civili. Il 24 marzo,,senza nessun preavviso, seguì la rappresaglia tedesca, consumata con l’eccidio delle Fosse Ardeatine, in cui furono uccisi 335 prigionieri completamente estranei all’azione gappista, tra cui dieci civili rastrellati nelle vicinanze. Nel primo pomeriggio di quel 24 marzo del 1944, 335 uomini di ogni estrazione sociale, vennero uccisi vicino alle cave di tufo lungo la via Ardeatina. Successivamente, i soldati del genio militare tedesco minarono gli accessi alle gallerie e fecero esplodere le cariche sbarrando le entrate. Le forti cariche esplosive furono avvertite da alcuni religiosi presenti nelle vicinanze. Nei giorni successivi, venne portato a conoscenza dell’opinione pubblica quell’eccidio. Tra i resti, di quei corpi, ammassati nelle gallerie di quelle cave di tufo, vi erano anche quelli di cinque calabresi: Donato Bendicenti, avvocato e militante comunista classe 1907 di Rogliano, Francesco Bucciano, impiegato e militante del Movimento Comunista Italiani classe 1894 di Castrovillari, Paolo Frascà, impiegato e componente del Comitato Nazionale di Liberazione classe 1898 di Gerace Superiore nel Reggino, Giuseppe Lo Presti, classe 1919, militante socialista nato da genitori palmesi (Antonino Lo Presti e Augusta Marchetti) emigrati nella Capitale, e Giovanni Vercillo, funzionario della Corte dei Conti classe 1908 di Catanzaro.Sarebbe indicativo ed un vero segnale culturale, da parte delle istituzioni commemorarli, anche in riva allo Stretto.