incredibile come passa il tempo, io a Live Aid c’ero, ancora amareggiato dal mio forzato ritorno dal mio amato Sud Africa passai un pop di mesi a Londra e non potei di certo mancare, ho scelto Heroes di David Nowie perché quel magico giorno diventammo veri EROI, spettatori e cantanti uniti per una ottima causa causa
courtesy ONDTAGE onlne rby Alvise Losi
Il 13 luglio del 1985 andava in scena uno degli eventi musicali mediaticamente più rilevanti di quel decennio e, forse, di tutto il secolo scorso. Era un sabato, 30 anni fa, e al Wembley Stadium di Londra si teneva un concerto che per certi versi avrebbe segnato la storia della musica, il Live Aid. L’evento, a dire il vero, vedeva anche altri due concerti in contemporanea, uno a Philadelphia negli Stati Uniti e uno a Sidney in Australia, ma il main event era quello inglese, con tutti i più grandi artisti della scena britannica uniti grazie alla follia visionaria di Bob Geldof.
Il frontman dei Boomtown Rats è ancora oggi ricordato più che per la sua carriera musicale proprio per le iniziative a scopi umanitari che seppe mettere in piedi. Solo un anno prima, nel 1984, la canzone Do They Know It’s Christmas? del collettivo Band Aid, scritta dallo stesso Geldof insieme a Midge Ure, aveva raccolto milioni di sterline per combattere la fame in Africa e aveva spinto Michael Jackson e Lionel Richie a fare lo stesso in USA con We Are The World. Certo, c’era una sorta di autocompiaciuta presunzione nell’aiutare il buon selvaggio del continente nero (avete mai ragionato sul significato implicito del titolo Do They Know It’s Christmas?, ossia “Sanno che è Natale?”, un gigantesco stereotipo sulla distanza dell’Africa dal mondo occidentale: non poco classista, per non dire razzista, se ci pensate), ma in fondo era a fin di bene.
Dopo il successo del singolo, Geldof non si volle fermare e organizzò, sulle basi di Band Aid (il nome che si era dato il supergruppo di Do They Know…), ebbe luogo l’evento degli eventi, cioè Live Aid: una giornata di esibizioni da parte dei più importanti artisti al mondo in tre diverse località. Ancora oggi, nel mondo, quando si pensa alla necessità di raccogliere fondi per motivi caritatevoli, umanitari o di solidarietà, si ricorda quella “prima volta”. E ancora oggi quell’evento suscita un fascino tale da non far ricordare cosa accadde realmente quel giorno. Invece, oltre all’importanza intrinseca dei concerti, accaddero dei fatti musicalmente molto rilevanti. Abbiamo pescato i cinque più importanti.
Paul McCartney torna a esibirsi
Oggi forse non ci viene neppure in mente, ma quel 13 luglio 1985 segnò il ritorno sulle scene dell’ex Beatles, che non suonava dal vivo da parecchi anni. La sua emozione nel salire sul palco per chiudere il concerto con Let It Be (prima del gran finale di Band Aid) era tale che l’artista non si accorse neppure che il suo microfono rimase spento per i primi due minuti di canzone. Era solo l’ultimo dei tanti problemi tecnici che si susseguirono per tutto il pomeriggio di musica, ma in quel caso accadde qualcosa di straordinario che rese il problema un momento di grande intensità. Tutto lo stadio cantò in coro seguendo le note del piano e il risultato fu ancora più emozionante per tutti i presenti.
fabio fioroni la musica è tutta buona ma talvola diventa eccezionale