A SANT’ANGELO D’ISCHIA, IN PIAZZETTA, SFREGIATI DUE ALBERI

A SANT’ANGELO FEROCI POLEMICHE PER LA POTATURA ESTREMA DI DUE ALBERI CHE DA DECENNI ADORNANO LA CELEBERRIMA PIAZZETTA
Quello che chiediamo al Sindaco Rosario Caruso è questo: la potatura di questi due alberi è stata autorizzata? E da chi? E ancora. E’ stata effettuata da professionisti del settore? E, soprattutto, è stata eseguita a regola d’arte? Perché alcuni dei rami e delle branche tagliate non sono state rimosse e da ieri sera sono disseminate sul selciato?
di Gennaro Savio
Feroci polemiche a Sant’Angelo d’Ischia per il taglio di rami e branche a due alberi che da decenni adornano una delle piazze più belle e più caratteristiche dell’isola Verde. Infatti quella che voleva evidentemente essere una semplice potatura, appare agli occhi dei passanti quasi come un vero e proprio sfregio subito da queste due piante sotto la cui chioma, d’estate, residenti e turisti amano sostare per ripararsi dal sole e godere dello straordinario fascino di questo borgo. La potatura a dir poco radicale dei due alberi da tempo divenuti il simbolo sempreverde dell’agorà santangiolese, non è passata inosservata e i residenti della zona, oltre a contattarci, non hanno esitato a postare su FaceBook foto e video come ha fatto Egidio Di Iorio di cui vediamo scorrere le immagini in sovraimpressione. Oltre al tipo di taglio effettuato, quello che ha lasciato perplessi i cittadini di Sant’Angelo, è il fatto che in una pubblica piazza e nonostante fossimo in pieno inverno, la potatura sia stata effettuata di sera. E a tal proposito quello che in queste ore ci si chiede è questo: la potatura di questi due alberi è stata autorizzata? E da chi? E ancora. E’ stata effettuata da professionisti del settore? E, soprattutto, è stata eseguita a regola d’arte? Perché alcuni dei rami tagliati non sono stati rimossi e da ieri sera sono disseminati sul selciato? Domande legittime, queste, che ci hanno rivolto i santangiolesi e che giriamo direttamente e pubblicamente al Sindaco di Serrara Fontana Rosario Caruso.