A seguito dell’approvazione del DDL concorrenza, firmato dal Governo il 20
febbraio 2015, le prospettive di lavoro per la categoria degli impiegati
Notarili sono notevolmente compromesse. Il Governo con l’approvazione del
DDL Concorrenza, nella parte riguardante le questioni immobiliari, progetta
provvedimenti legislativi penalizzanti per i Notai senza tener conto delle
conseguenze sociali e occupazionali. I Notai Italiani (supportati e
coadiuvati da una forza lavoro qualificata da anni di esperienza), già
sfiancati dal momento congiunturale, si trovano a dover far fronte ad un
nuovo nemico: una possibile riduzione di competenze che porterà una
significativa riduzione del fatturato e conseguentemente la necessità di
ridurre i costi. Come?
Licenziando parte del personale.
Gli Studi dei Notai Italiani, che fino a pochi anni fa’ avevano in forza
circa 70.000 collaboratori, grazie alle cosiddette “lenzuolate di Bersani” –
che già tolsero alcune competenze ai notai ed alla pesante crisi economica –
hanno oggi subito una riduzione del personale di circa 35000 unità. I
restanti 35000 impiegati notarili tutt’ora nel settore svolgono la loro
attività con passione e professionalità contribuendo a rendere funzionale un
sistema complesso come quello notarile che da più di un secolo soddisfa
pienamente le esigenze della certezza del diritto e della tutela delle fasce
più deboli della cittadinanza. Una “eccellenza” tra le istituzioni Italiane.
Se questo DDL concorrenza diventerà attuativo, il mercato immobiliare sarà
in balia delle lobby delle banche e assicurazioni. Al di là della
pericolosità di una siffatta situazione, poiché sarà di fatto eliminata la
tutela di legalità che il notaio garantisce, soprattutto alle fasce più
deboli, essa non comporterà, ne siamo certi, un risparmio per i
“consumatori”, mentre per gli Studi Notarili si configurerà una riduzione
delle risorse finanziare stimata in percentuale fra il 20 e il 30 per cento.
Di conseguenza i notai si vedranno costretti ad operare dei tagli al
personale in organico nella stessa percentuale, se non maggiore.
Questa liberalizzazione potrebbe superficialmente far pensare ad una
migrazione del personale coinvolto verso nuove strutture lavorative, ma ciò
è impensabile in quanto la mole di lavoro fisiologicamente sempre uguale,
spalmata su 235.000 professionisti (5.000 notai e 230.000 avvocati), non
consentirebbe a uno di questi professionisti di farsi carico di un impiegato
a tempo pieno. Inoltre, le lobby avvantaggiate, banche e assicurazioni, non
assorbiranno sicuramente questa tipologia di lavoratori, la cui mentalità,
forgiata dal lavoro a fianco dei notai, è sicuramente lontanissima da quella
spregiudicata del mercato finanziario. Tutto ciò si tradurrebbe in una
conseguente perdita dell’occupazione per altre 10.000 – 15000 famiglie che
andranno ad aumentare le file dei disoccupati, aggravando una situazione già
drammatica a livello nazionale.
Le persone coinvolte in questa vicenda sono dei “lavoratori” che rischiano
di perdere la loro collocazione nel mondo del lavoro.
Siamo preoccupati che questa liberalizzazione vanifichi anni di
professionalità, impegno e dedizione accanto ai Notai Italiani.
Con questa assemblea la nostra “Categoria di lavoratori”, intende:
– ragionare sulle opportunità lavorative che il futuro potrà offrire;
– chiedere ai media sostegno per dare voce al loro grido di allarme per il
rischio di nuovi licenziamenti;
– cercare opportunità per spiegare al pubblico quali gravi conseguenze
porterà la approvazione di una legge dell’attuale tenore.
Il Comitato Esecutivo di UNIC@
Associazione Nazionale Dipendenti Studi Notarili Italiani
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