Brembio (Lombardia) 30 agosto 2015

Benemerenze Avis Aido, una targa in memoria di Cappelletti

Dopo l’inaugurazione oggi, 30 novembre, della nuova sede presso il Palazzo Andreani, sede municipale, delle Sezioni comunali di Avis e Aido, sono state consegnate benemerenze a soci e a familiari di soci scomparsi. La sezione Aido ha consegnato una targa ricordo ad Angelo Cappelletti, fratello di Giambattista Cappelletti che ha lasciato tra le ultime volontà quella della donazione delle cornee. Giambattista Cappelletti è stato sindaco di Brembio per un decennio, a detta di tutti un ottimo sindaco che ha saputo risollevare nuovamente il paese dopo il declino dei primi anni Ottanta. Accanto alle scarne ma efficaci parole del presidente dell’Avis Piero Gorla (nello spezzone video), si fa qui seguire una breve nota biografica che vuole contribuire a mantenere vivo il suo ricordo.
Giambattista Cappelletti (20 dicembre 1939 – 27 maggio 2015) è stato sindaco di Brembio dal 1985 al 1995. Dal 1970 al 1985 è stato assessore nelle amministrazioni guidate da Diego Casella. Assessore con delega alla cultura nel 1973 ha realizzato l’istituzione della Biblioteca comunale di Brembio. Nei mandati amministrativi del suo successore alla carica di sindaco, avv. Angelo Cortesini, è stato assessore all’ambiente. Iscritto alla sezione del Partito Comunista Italiano di Milano Rogoredo, dove lavorava presso l’acciaieria Redaelli, fu l’unico sindaco comunista a non aderire al Pds di Occhetto dopo lo scioglimento del partito il 3 febbraio 1991 e partecipò alla fondazione del Partito della Rifondazione Comunista. A Brembio fu sindaco della gente, attento alle esigenze del paese e dei suoi amministrati. Durante i suoi anni di mandato furono poste le basi di numerose realizzazioni successive. Nel 2005 il Comune di Brembio gli attribuì la benemerenza civica Premio San Giuseppe. Nella sua veste di amministratore fu anche, dal 1994 al 1999, al tempo della presidenza di Giuseppe Tavecchia, consigliere del Consorzio Acqua Potabile (CAP) di Milano.
Operaio, membro del consiglio di fabbrica della Redaelli fu molto attivo sul fronte sindacale anche dopo la chiusura dello stabilimento di Rogoredo come coordinatore degli ex dipendenti. Alla Redaelli fu amico di don Cesare Sommariva, prete operaio della diocesi milanese lavoratore nello stabilimento, che nel suo libro, “Le due morali. Scelte imprenditoriali, lotte sindacali e intervento culturale alla Redaelli Sidas di Milano dal 1979 al 1984”, scritto per raccontare la lotta contro la chiusura della acciaieria Redaelli, pubblicato dalle Edizioni Lavoro della CISL, apponeva questa dedica: “Ad Achille Cremonesi e a Giambattista Cappelletti e a tutti gli altri che mi hanno fatto vedere chi porta nel mondo la giustizia”.