Bologna (Emilia-Romagna) 07 agosto 2014

Bologna, I nuovi ragazzi di vita venuti dall’Est Man

Pubblicato il 03/lug/2013
Inchiesta de “La Stefani” realizzata da
Angelo Russo
Valerio Lo Muzio
Massimiliano Cordeddu

La prostituzione maschile in Italia è un fenomeno poco conosciuto e poco visibile, ma allo stesso tempo molto diffuso. “40 euro”, è questo il prezzo di Adrian per una prestazione sessuale. Ha diciannove anni, capelli scuri, zigomi alti e lo sguardo malinconico di chi viene da lontano. E’ romeno, come tutti gli altri ragazzi che si vendono nel parcheggio; ne abbiamo visti almeno una ventina alternarsi tra giorno e notte. Dieci metri più là nel viale c’è Erin, ha un giubbotto di pelle nera, è muscoloso e dai suoi occhi non traspare nessuna paura. Ci squadra dall’ alto dei suoi ventuno anni, ma quella spavalderia di chi vorrebbe spaccare il mondo scompare appena ci parla della sua fidanzata, anche lei romena: “Mi aspetta a Borgo Panigale. Lei non sa niente di questo mio lavoro. Non posso dirglielo, mi vergogno, non è roba da uomini”. E’ etero, come gli altri, e ci dice con tono fiero: “Tra un uomo e una donna scelgo la donna”. A convincerlo a vendere il proprio corpo ad altri uomini è solo la disperazione. Ci chiede venti euro per appartarci nel parchetto buio alle nostre spalle. Non siamo nel quartiere a luci rosse di Praga e neanche davanti alle vetrine con i corpi in vendita di Amsterdam. Siamo nella periferia di Bologna, tra via Ferrarese e via Stalingrado, a due passi dal parco Nord, nel piazzale dell’ ex Mani- fattura Tabacchi. Il complesso ricopre 130.000 metri quadri, di proprietà della Regione Emilia Romagna e, da anni, al centro di numerose polemiche. Costruito negli anni ’ 50, dovrebbe essere oggi un moderno ed efficiente Tecnopolo, un importante centro innovativo capace di coniugare la ricerca scientifica con l’ apparato industriale ed economico della città. Il condizionale è d’ obbligo, perché dei progetti di riqualificazione e recupero dell’ area lanciati negli anni, non vi è alcuna traccia. Gli unici interventi del Comune sono stati la rimozione dei vecchi binari abbandonati, sostituiti da una pista ciclabile, e la nuova piantumazione del parcheggio. Questi investimenti, che avrebbero dovuto restituire le aree alla collettività, sono risultati un inefficace spreco di denaro pubblico, poiché, a farla da padrone nel far west della Manifattura, sono ancora il degrado e la criminalità.
In questo luogo non luogo, all’ ombra di questi capan- noni industriali abbandonati, abitati da senza tetto e tossicodipendenti, sorge un vero e proprio supermerca-