Bulgaria, Paese estero 21 ottobre 2014

Bulgaria trincea d’Europa

Si “difende” l’Europa. E lo fa alzando un muro ad est dei suoi confini. Alla frontiera tra la Bulgaria e la Turchia da meno di un anno, un reticolato lungo 30 chilometri ed alto tre e mezzo è stato realizzato per fronteggiare l’immigrazione clandestina. Un progetto fortemente voluto dal governo bulgaro, attraverso un finanziamento della Unione Europea, per fronteggiare il flusso migratorio clandestino proveniente dal Medio Oriente. Una vera e propria barriera metallica con del filo spinato a proteggere una prima parte di territorio dei 256 km di frontiera con la frontiera europea con il paese mediorientale. In cantiere sono previsti altri 130 chilometri già finanziati, che andranno a proteggere un’area montuosa difficile da controllare tra le città e Elhovo e Svilengrad. E sulle colline che la dividono dalla Turchia, decine di persone attraversano i boschi tentando di superare i controlli della polizia che monitora l’area con un sistema di sorveglianza. Una vigilanza rafforzata anche con agenti a piedi e provvista di mezzi per muoversi sui sentieri tortuosi delle montagne. Sorveglianza che è aumentata anche a Kapitan Andreevo, la frontiera e porta sud-orientale dell’Unione Europea. Dove al giorno centinaia di automezzi entrano in Bulgaria. La border police ha potenziato i controlli. Ogni tir viene esaminato con delle apparecchiature elettroniche in grado di rilevare la presenza di esseri umani all’interno degli autoarticolati.
Migranti che arrivano dall’Afghanistan, dall’Iraq e dalla Siria per raggiungere Germania, Italia, Svezia ed Inghilterra. Da settembre con l’avvio della guerra in Kurdistan e con l’avanzata dell’Isis, migliaia di persone in fuga dalle città, si accalcano alla frontiera turca per oltrepassarla tentando di avvicinarsi allo stato Bulgaro. Viaggi molto lunghi, della durata di mesi e dai costi enormi, pagati fino a 4 mila dollari. Un esodo che ha trovato impreparata la Bulgaria che per la prima volta ha dovuto affrontare la questione immigrazione. Per ospitare i rifugiati sono stati allestiti centri di accoglienza nelle zone che si affacciano alla frontiera. In alcuni casi il parlamento ha dato autorizzazione ad aprire vecchie caserme militari abbandonate dove poter ospitare migliaia di profughi. Anche in alcuni quartieri di Sofia si è dato alloggio a centinaia che attendono di ricevere lo status di rifugiato politico.
Ma nei centri di accoglienza non mancano i problemi, come ha raccontato chi vive all’interno. Dalla mancanza di riscaldamento negli edifici militari in disuso, alle stanze condivise con altre sette, otto persone. Un’emergenza sanitaria che potrebbe esplodere all’improvviso, come spiega il responsabile del centro d’identificazione a Pastrogor, se continueranno ad arrivare profughi dalle zone di guerra. di GIAMPIERO DE LUCA