Ancona (Marche) 18 agosto 2015

Castelfidardo 18 settembre 1860 (Ancona, Marche, Italy)

IL SACRARIO MEMORIALE DELLA BATTAGLIA DI CASTELFIDARDO.
Castelfidardo, comune di 18892 abitanti, provincia di Ancona, Marche, Italia.
Nella battaglia di Castelfidardo del 18 settembre 1860 si scontrarono gli eserciti del Regno di Sardegna e quello dello Stato Pontificio. Lo scontro si concluse con la vittoria dei piemontesi.
Prima di giungere ad Ancona le truppe piemontesi fecero tappa a Castelfidardo e installarono il campo nella frazione delle Crocette a 25 chilometri dalla meta. Alcuni soldati in ricognizione al di là del fiume Musone individuarono le truppe pontificie, anch’esse accampate nella zona in attesa di trasferirsi ad Ancona. Iniziarono le prime schermaglie e il generale Lamoricière, consapevole del fatto che il suo esercito era inferiore per effettivi e per armamenti, comprese che non vi erano molte speranze di vittoria. Sfruttando il fatto che il grosso dell’esercito piemontese era ancora all’oscuro della presenza nei pressi dei soldati pontifici decise di dividere le sue truppe in tre gruppi.
Il primo gruppo comandato da de Pimodan doveva impegnare le truppe piemontesi in modo da consentire agli altri due capitanati da Lamoricière di proseguire verso Ancona, dove le forze pontificie si sarebbero potute asserragliare in attesa di rinforzi da parte degli stati europei amici. Gli uomini al comando di Georges de Pimodan dovevano quindi sacrificarsi tra Castelfidardo e Loreto, sulle pendici del colle del Montoro e nella vallata del Musone per salvare le truppe di Lamoricière.
Tutto andò secondo i piani: mentre Lamoricière non visto dai piemontesi con le sue truppe era arrivato a Numana sulla strada per Ancona, gli uomini di Georges de Pimodan al grido di “Viva il Papa!” stavano impegnando gli ignari piemontesi guadagnando terreno palmo a palmo e casa colonica per casa colonica. Il grosso dell’esercito sabaudo era ancora accampato alle Crocette. Quando Cialdini venne a conoscenza della presenza dei pontifìci inviò tutte le sue truppe che al grido di “Viva il Re!” rovesciarono la situazione iniziale. Una dopo l’altra tutte le case coloniche conquistate da Georges de Pimodan caddero nelle mani dei piemontesi.
Le sorti dello scontro subirono un rovesciamento a causa di una decisione inaspettata di Lamoricière, che resosi conto che le truppe lasciate a combattere stavano per subire una disfatta decise di tornare a sostenere Georges de Pimodan, che già ferito più volte stava battendosi valorosamente nonostante la situazione disperata. Questa fu una decisione sorprendente: sarebbero bastate poche ore di marcia per rinchiudersi nella piazzaforte di Ancona. Tuttavia più che alla strategia Lamoricière pensò alla lealtà di de Pimodan e al fatto che non se la sentiva di sacrificarlo. Così Lamoricière tornò sul campo di battaglia dove de Pimodan era stato già ferito a morte e spirava nell’ospedale da campo piemontese. Secondo alcune fonti sarebbe stato Cialdini in persona ad assisterlo negli ultimi istanti e a raccoglierne le volontà. Secondo altre fonti Lamoricière riuscì a dare l’estremo saluto a de Pimodan che gli disse: “Generale! Combattono da eroi, l’onore della Chiesa è salvo!”.
Dopo alcune ore di battaglia le truppe del generale Cialdini sconfissero l’avversario: i superstiti tra cui lo stesso Lamoricière frettolosamente e disordinatamente ripiegarono verso Ancona transitando per gli impervi sentieri del promontorio del Conero per non essere catturati.
Le truppe pontificie superstiti si asserragliarono nella piazzaforte di Ancona e furono sconfitte dall’esercito sardo dopo un difficile assedio. Conseguenza della vittoria piemontese fu l’annessione al Regno di Sardegna delle Marche e dell’Umbria.
La battaglia di Castelfidardo è considerata spesso come l’episodio conclusivo del Risorgimento italiano: in effetti solo dopo essa fu possibile proclamare la nascita del Regno d’Italia il 17 marzo 1861.
Galleria di immagini e riprese video effettuate martedì 18 agosto 2015.