Beverino (Liguria) 14 novembre 2017

Cuccioli di cinghiali scappano dall’auto: riflessioni anti-animaliste del contadino

Ungulati orfani allo sbando.- Il breve video girato durante il mio peregrinare per la Val di Vara, qui nei pressi di casa mia, fa riflettere e sorgere dubbi.
Amo gli animali ed i cuccioli di cinghiale suscitano sicuramente tenerezza, ancor di più vedendoli vagare sperduti senza la mamma.
In cuor mio sorge un conflitto feroce tra l’istinto di protezione verso queste creature smarrite e la rabbia sviscerata provocatami dagli stessi “angioletti” un po’ più cresciuti.
Non è piacevole prendersi cura di campi coltivati devastati nottetempo da questi ungulati che paiono dotati di aratro rotante al posto del muso.
Quante volte ho rimesso a posto pietre rovesciate e fatte scivolare da questi sconquassatori di carciofaie nonchè ripareggiato campi non miei con macchinari a mie spese. Per non parlare della piana 88 coltivata ad uliveto: buche nelle quali è facile cadere e prendersi serie storte.
Per questo motivo non mi impietosisco di fronte alle prede dei cacciatori e cerco di fare buon viso ai vari danni confidando in un sano riequilibrio faunistico. Temo però che questa sia un’illusione: i cacciatori cercheranno sempre di lasciarsi abbondanti progenie per la stagione venatoria seguente e ci saranno sempre balletti di numeri tra le istituzioni per soddisfare in maniera opaca contadini e battitori.
So per certo che se cinquant’anni fa ci fossero stati cinghiali al pascolo, i campagnoli non si sarebbero dannati ad allevare maiali, peraltro a me più simpatici dei cinghiali, a suon di bucce di castagne e pastoni misti.
La mia è solo una riflessione, giacché non posso avallare le tesi animaliste del “poverino” a tutti i costi decantate da chi, ne sono certo, non si è mai fatto venire una vescica alla mano grazie alla zappa. Curare boschi e campi è un onere notevole e non esistono ricompense adeguate; chi, come me, lo fa, lo fa solo per il piacere di mantenere vivibile la natura ed il suo ecosistema può supportare solo un congruo numero di animali.
Non patrocinio nemmeno la politica di orde di cacciatori assetati di sangue, spesso attrezzati di cani trattati al pari di un fuoristrada.
Forse la natura ci ringrazierebbe di più se si facesse opera di sterilizzazione, lasciando l’abbattimento di questi capi ad una schiera più ristretta di fucili e agevolando le recinzioni a suon di soldoni, ma questa è una mia utopia.
Grazie per la lettura e per la riflessione che può stimolare.