Queste immagini sono state girate nel tardo pomeriggio di sabato 30 agosto. Questa è la zona poco a nord del vulcano Bardarbunga. Qui il terreno si sta spaccando con crescente intensità. E anche da sorvoli con gli aerei, gli esperti hanno potuto constatare enormi spaccature nel ghiaccio. Non era stato possibile osservarle prima probabilmente perché il calore del magma ha impiegato comunque molto a sciogliere il ghiaccio in un’area dove è spesso anche più di 300 metri.
Gli esperti considerano ora 4 possibili scenari. Il primo prevede che ci sia una graduale riduzione della migrazione del magma, che si potrebbe constatare in modo empirico se dovessero ridursi di molto le scosse di terremoto. In questo caso l’eruzione non si verificherebbe.
La seconda possibilità è che il dicco si propaghi gradualmente a nord di Dyngjujökull, causando altri fenomeni eruttivi, forse su una nuova fessura. In questo caso potrebbe esserci una forte attività esplosiva.
La terza possibilità, più grave, è che il magma raggiunga la superficie in parte nell’area sotto il ghiaccio, in parte al di fuori del ghiacciaio. Questo scenario causerebbe una grave alluvione lungo il corso del fiume Jökulsá e probabilmente attività esplosiva con forte emissione di cenere.
Quarta possibilità, il peggior scenario, un’eruzione proprio nella caldera del Bárðarbunga. In questo caso si verificherebbero catastrofiche alluvioni forse non solo a nord del ghiacciaio Questi però i primi centri che è più probabile vengano colpiti: Skjálfandafljót, Kaldakvísl, Skaftá and Grímsvötn.
ESCLUSIVO A pochi passi dalla fuoriuscita della lava
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