Barano D'ischia (Campania) 27 agosto 2017

ESCLUSIVO, PROF LUONGO SMENTISCE DATI SU TERREMOTO DI ISCHIA

INTERVISTA A GIUSEPPE LUONGO, IL VULCANOLOGO DI FAMA MONDIALE CHE IN QUESTI GIORNI OLTRE A DENUNCIARE I DATI ERRATI DIRAMATI SUL TERREMOTO DI CASAMICCIOLA DALL’ISTITUTO NAZIONALE DI GEOFISICA E VULCANOLOGIA, HA STABILITO MAGNITUDO, EPICENTRO E IPOCENTRO DEL SISMA SENZA STRUMENTAZIONE E SOLO VEDENDO LE IMMAGINI DEI CROLLI IN TELEVISIONI….

di Gennaro Savio

Il terremoto di lunedì scorso 21 agosto 2017 registratosi sull’isola d’Ischia nella zona alta di Casamicciola Terme e che ha provocato due vittime, una quarantina di feriti e un intero agglomerato urbano sgomberato a causa delle case crollate o fortemente lesionate, sarà ricordato anche per le polemiche innescate dai dati sballati diramati dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia che inizialmente indicava l’epicentro del sisma al largo della costa di Forio e ad una profondità di dieci chilometri rettificati poi a cinque. I dati sono stati modificati solo quando il vulcanologo di fama mondiale Giuseppe Luongo, ex Direttore dell’Osservatorio Vesuviano di Napoli, senza consultare la strumentazione necessaria e con il solo ausilio delle immagini dei crolli viste in televisione e dall’alto della sua straordinaria esperienza professionale, ha stabilito con estrema precisione la magnitudo di 4.0, l’epicentro del sisma che è piazza Maio e l’ipocentro (cioè la profondità del terremoto) che è a una profondità di un chilometro e settecento metri. In effetti il sisma, al contrario di come era stato asserito, non si è verificato a mare ma sotto le case crollate. A Casamicciola, presso l’Hotel Marina 10 abbiamo incontrato e intervistato proprio il Professor Luongo. “Dopo il terremoto – ha dichiarato davanti alla nostra telecamera il luminare della vulcanologia – sono stato subito contattato dalle persone che conosco perché preoccupate. Il primo comunicato parlava dell’epicentro a tre chilometri a largo di Forio e a dieci chilometri di profondità. Si trattava di dati chiaramente sbagliati soprattutto per la profondità. Bisogna sottolineare che inizialmente le localizzazioni vengono fatte in automatico. Poi naturalmente deve intervenire un operatore che non è intervenuto. Io sono stato zitto e ho detto di aspettare i dati dell’Osservatorio Vesuviano. L’osservatorio vesuviano ha un po’ aggiustato il tiro ma non completamente. Poi è stato il tormentone relativo al rapporto magnitudo/danni per il quale sono uscite fuori una serie di sciocchezze scientifiche. E questo è un tema fondamentale perché se noi non abbiamo un dato corretto e il dato scorretto diventa storico, questo inciderà sulle nostre interpretazioni e quindi sulle nostre scelte di sicurezza perché se si sbaglia la partenza, si sbaglia tutto il resto. Io ho cominciato a muovermi già il giorno dopo per cercare di indirizzare gli operatori in questa direzione ma purtroppo i dati che avevano consigliavano altre scelte. Poi è evidente che ci hanno ripensato, hanno messo in moto altre analisi ed altre elaborazioni ed è venuto fuori quello che doveva venire fuori. E cioè che non poteva essere più profondo di due chilometri ed è così perché ci sono condizioni fisiche invalicabili e questo lo dice la letteratura scientifica mai contrastata su questo.