Crotone (Calabria) 11 novembre 2015

Federico Ferraro presenta il volume in Municipio

Il saggio di Federico Ferraro Essere ciò che si è. Le norme e le azioni dell’Unione Europea contro la discri¬minazione religiosa rappresenta, alla luce di quan¬to sta accadendo nel mondo, un’occasione per riflettere sul valore e sul significato della libertà religiosa, quale diritto inviolabile dell’essere umano, e appartenente al patrimonio giuridico universale.
Il volume costituisce, inoltre, il primo studio specifico a carattere monografico sulla tutela del diritto all’identità culturale – religiosa, volto ad analizzare tutti gli strumenti messi in campo dall’Unione europea per combattere ogni forma discriminatoria, basata sul genere, sull’identità etnica, culturale e religiosa.
L’Unione europea è stata nei suoi primi qua¬rant’anni di vita soprattutto un’integrazione eco¬nomica.
L’intera costruzione legislativa comunitaria faceva perno sulla regolamentazione dei mercati e del commercio, occupandosi di quattro settori: merci, persone, servizi e capitali.
Per questo motivo la tematica della libertà religiosa e dei rapporti tra l’Unione e le confes¬sioni religiose è rimasta per molto tempo in se¬condo piano, finché l’integrazione europea non si è occupata direttamente dei diritti umani.
Negli ultimi decenni, man mano che la Co¬munità economica che era dedita alla tutela della libera circolazione di persone e capitali, è dive¬nuta sempre più un’integrazione politica, non ha potuto fare a meno di dare rilevanza ai diritti fondamentali nel processo di integrazione.
D’al¬tronde diritti e libertà dei singoli individui era¬no già riconosciuti a livello internazionale: basti pensare alla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo.
Attribuita rilevanza ai diritti della persona, è sorto successivamente l’impegno dell’Unione europea a costruire una politica d’azione, dedita alla repressione di ogni fenomeno lesivo delle li¬bertà fondamentali della persona e della dignità umana. Fenomeni che possono verificarsi nel mo¬mento in cui tale libertà si concretizza nella vita sociale e si manifesta in una forma di violazione del proprio diritto a non essere svantaggiati per il solo motivo di essere ciò che si è.
Nello specifico, l’autore si sofferma a riflettere sulla legislazione europea ( dal Trattato di Amsterdam alle Direttive comunitarie, fino al Trattato di Lisbona) e sugli organismi istituiti per tutelare il diritto di libertà religiosa e di coscienza, tutti protesi a bandire ogni discriminazione a riguardo.
Tra gli interventi vengono esaminati in maniera critica , nella genesi e nei contenuti, la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali ( CEDU) e la Carta dei diritti fondamentali dell’UE ( Carta di Nizza) . Segue l’analisi della tutela in sede giudiziaria, presso la Corte di Giustizia dell’UE.
Nello specifico della normativa, caratterizzata dai vari sistemi di rapporto e dagli accordi come le intese, dei vari Paesi europei (Inghilterra, Germania, Francia, Spagna, Danimarca etc..) , Ferraro affronta, il problema della laicità dello Stato, della libertà di culto nonché del comune obiettivo, caratterizzato dal divieto di fenomeni discriminatori, quale garanzia di parità di trattamento non solo per i credenti , ma anche per gli atei , od agnostici.
L’autore guarda, inoltre, allo strumento degli atti politici dell’UE (risoluzioni, dichiarazioni delle Istituzioni comunitarie) i quali, benché privi di una efficacia giuridica coercitiva, costituiscono l’ unico strumento nella disponibilità dell’Ue per condannare ogni forma di violenza commessa fuori dal perimetro dei Paesi membri.
Segue l’analisi degli strumenti economici : i fondi strutturali europei , quale risorse che concretizza e sostiene tutti le azioni positive ed i programmi pluriennali posti in essere dall’ Unione fino al 2020: ( FSE, FESR, SFO, FEOGA).
Ferraro guarda , infine, all’evolversi degli eventi in materia di libertà del pensiero e di religione, presentando i vari organismi deputati alla repressione delle forme discriminatorie, quali il FRA ( Agenzia per i Diritti Umani fondamentali) che raccoglie i dati sulla discriminazione; gli Accordi internazionali, come quello di Cotonou tra Unione europea e Paesi terzi, dedicato alla affermazione del principio di uguaglianza e non discriminazione; gli accordi tra Parlamento europeo ed ONU; l’istituzione del Fondo sociale europeo per la promozione dei diritti umani e il sostegno delle scuole europee come strumento di lotta alle discriminazioni.
Occorre sottolineare che, il più efficace mezzo nella lotta comunitaria alla discriminazione è proprio di tipo didattico : le scuole europee.
Attraverso l’istruzione, infatti, si riesce a sensibilizzare i futuri cittadini comunitari verso la tolleranza ed il rispetto delle culture diverse, pur senza perdere di vista la propria identità ed appartenenza. La libertà di ognuno finisce dove inizia quella dell’altro.
Ogni alunno può scegliere, in base al proprio orientamento, se ricevere un insegnamento di tipo religioso oppure improntato ad un approccio di vita laico od agnostico.
La sfida dell’Europa di oggi, di un’Europa che ab¬braccia attraverso il Mediterraneo il continente africano, non può non includere «la libertà reli¬giosa» tra le priorità civili, culturali e politiche per la difesa dei diritti umani, per lo sviluppo della famiglia umana, per la pace nel mondo.