Luigi Pisano, imprenditore delle omonime fonderie, ci porta in giro tra gli impianti motivo di rabbia per la popolazione della Valle dell’Irno. Nell’800 Salerno era un ricco polo industriale tale da essere definita la “Manchester delle Due Sicilie”. Nell’odierna Baronissi c’era un piccolo centro artigianale di lavorazione della ghisa e del bronzo che oggi è diventato una delle imprese leader del comparto metalmeccanico con 130 lavoratori attivi e decine di milioni di euro di fatturato annuale. Le Fonderie Pisano dal 1961 sono situate lungo le sponde del fiume Irno. Sembrerebbe la storia di un’impresa vincente nel meridione, visto che la specialità delle Fonderie sono i chiusini in ghisa forniti a quasi tutte le amministrazioni comunali italiane. Eppure la fabbrica è motivo di malcontento da almeno 30 anni per la popolazione. Le battaglie per chiedere la fine dell’inquinamento cominciano negli anni ottanta quando le famiglie del circondario attribuiscono alle attività della fabbrica l’aumento delle morti per tumore e malattie respiratorie. La Valle dell’Irno era la zona industriale di Salerno, ma l’espansione della città e la costruzione di nuovi quartieri a ridosso dei luoghi produttivi hanno portato a uno spostamento radicale delle industrie nella nuova zona industriale, al confine con il Comune di Pontecagnano. Il processo di delocalizzazione è previsto e illustrato nel Piano Urbanistico Comunale del 2006, in cui l’area in prossimità delle Fonderie è stata trasformata in area residenziale, favorendo la costruzione di appartamenti per oltre mille persone. Nello stesso anno, il sindaco Vincenzo De Luca apre un tavolo per la delocalizzazione delle Fonderie. Dopo dieci anni nulla è cambiato.
Nel marzo 2007 il Tribunale di Salerno condanna i proprietari per l’inquinamento prodotto dallo stabilimento, il processo si chiude con un patteggiamento per il danno ambientale e una multa di poche migliaia di euro pagata dalla famiglia Pisano. Il 3 febbraio 2015 un secondo processo per danno ambientale, legato allo sversamento delle acque reflue, si conclude con una multa da 800 euro per i proprietari delle fonderie. Ad intervenire poi è l’Arpac di Caserta: le analisi si concludono il 26 febbraio scorso e raccontano di diverse criticità ambientali riscontrate nello stabilimento delle Fonderie Pisano. Il presidente della Regione Campania, l’ex sindaco di Salerno Vincenzo De Luca, emette un provvedimento di sospensione temporanea delle attività. I comitati del territorio esultano, ma per poco. Lo scorso 9 marzo da Palazzo Santa Lucia arriva il via libera per riprendere le attività produttive.
Fonderie Pisano, dentro la fabbrica
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