RICORDANDO LA REPUBBLICA ROMANA DEL 1849.
Il Gianicolo è un colle romano prospiciente la riva destra del Tevere la cui altezza massima è di 88 metri. Non fa parte del novero dei sette colli tradizionali. La pendice orientale digrada verso il fiume e alla base si trova lo storico rione di Trastevere, mentre quella occidentale meno ripida costituisce la parte più vecchia del moderno quartiere di Monteverde.
Il nome del colle secondo la tradizione deriverebbe dal dio Giano, che vi avrebbe fondato un centro abitato conosciuto con il nome di Ianiculum. Nella realtà in relazione a tale divinità sul Gianicolo esisteva solo un sacello dedicato al figlio Fons, o Fontus, mentre era invece presente un piccolo centro abitato (Pagus Ianiculensis) situato ai piedi del colle nella zona di Trastevere, oggi corrispondente a piazza Mastai. Situato sulla riva destra del Tevere in territorio originariamente etrusco il colle sarebbe stato occupato e annesso a Roma da Anco Marzio, che l’avrebbe fortificato e collegato alla città tramite il ponte Sublicio sul quale transitava l’antica strada che lo attraversava proveniente dall’Etruria, che in seguito diventò la via Aurelia. Nel 477 a.C. i Veienti dopo aver sconfitto nella battaglia del Cremera i Fabii e l’esercito romano, condotto dal console Tito Menenio Agrippa Lanato, stabilirono un fortilizio sul Gianicolo da dove partivano per razziare la campagna romana. Il colle fu riconquistato l’anno successivo dai Romani a seguito della battaglia combattuta e vinta contro i Veienti. Rimasto escluso dalle antiche mura serviane il Gianicolo venne parzialmente incluso nelle mura aureliane. Una parte era coperta di boschi sacri dedicati con un tempio all’antica divinità Furrina. Un’altra area cultuale più tarda è il santuario isiaco sulla pendice orientale (oggi via Dandolo): il sito è pittoresco ma poco curato e spesso chiuso, mentre i relativi reperti sono attualmente esposti nella collezione egizia di Palazzo Altemps. Nel XVII secolo il colle fu incluso nelle mura di Urbano VIII chiamate appunto anche mura gianicolensi. L’urbanizzazione del colle del Gianicolo fu costituita fino a tutto l’Ottocento da ville con grandi parchi come la villa Doria-Pamphili e la villa Corsini, dai loro casali e da chiese con conventi e terreni come la basilica di S.Pancrazio, S.Pietro in Montorio e il convento di S.Onofrio. Teatro nel 1849 dell’eroica difesa della breve Repubblica Romana contro i francesi chiamati dal reazionario Pio IX, il Gianicolo divenne dopo l’Unità d’Italia un grande parco pubblico e una sorta di memoriale del Risorgimento: già nel 1879 sul piazzale di S.Pietro in Montorio fu costruito un “Monumento ai caduti per la causa di Roma Italiana” oggi scomparso. Nel punto più alto del colle furono successivamente poste le statue equestri di Garibaldi (opera di Emilio Gallori inaugurata nel 1895) e di Anita (opera di Mario Rutelli del 1932 in collaborazione con l’allievo Silvestre Cuffaro; nel piedistallo furono poste anche le spoglie di lei). Nel declivio sotto il fontanone di Paolo V e lungo la via del Gianicolo che scende verso S.Pietro fu collocata una miriade di mezzibusti marmorei ritratti di illustri garibaldini, dai Mille ai combattenti che avevano resistito per settimane alle truppe francesi di gran lunga più numerose e meglio armate. L’iniziale monumento ai Caduti fu poi spostato e ricostruito nel 1941 da Giovanni Jacobucci poco più in là, al sommo di via Garibaldi, includendovi l’ossario dei caduti della Repubblica Romana del 1849 nel quale fu spostata anche la tomba di Goffredo Mameli.
Riprese video effettuate mercoledì 17 giugno 2015.
Gianicolo (Roma, Italy)
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