Biella (Piemonte) 20 aprile 2018

Gli animalisti e la verità sugli animali al circo

PERCHÉ VIENE CONSIDERATO UN TRADIMENTO E SI VIENE RIEMPITI DI OFFESE E MINACCE
Marco A. è un animalista. Uno di quegli animalisti che, se facevi un giro sul loro profilo Facebook, davano recensioni di una stella al Carrefour, alla Provincia di Trento e agli zoo… e che magari non disdegnavano parlare di Karma.
Perché Marco A., su alcuni temi e su uno in particolare, ha deciso di non fidarsi ciecamente dei video postati sui social media da altri animalisti, ma di andare a verificare di persona che cosa stesse accadendo: ha messo piede in un circo, (“La Favola Siamo Noi della famiglia Valerio”) e ha constatato che gli animali stanno bene, che sono accuditi con competenza e dedizione ed sono trattati con affetto e tanto amore.
Non ha visto torture, bestie denutrite, picchiate o terrorizzate. Ha constatato che i video su YouTube, caricati proprio da altri animalisti come lui, appartengono a epoche o a luoghi lontani dalla realtà italiana attuale e la maggior parte sono provenienti da realtà asiatiche dove si insegna l’arte del circo ai bambini lo si fa con botte da orbi e quindi, dimostrando un’onestà intellettuale che non tutti gli animalisti possono vantare, ha deciso di rivedere completamente il proprio punto di vista – ma soprattutto di dirlo ad alta voce.
Nel video pubblicato su Facebook da TG LEONE in data 4/2/2018 Marco A. e Giacomo F. hanno detto una cosa logica, persino ovvia: “spegnete il telefono e andate a verificare di persona, perché ciò che passa sui social può essere manipolato”.
Questo ha scatenato contro Marco un putiferio fatto di minacce e insulti di ogni genere, al punto da far temere l’interessato per la sicurezza sia personale che dell’associazione animalista di cui fa parte.
Un’esperienza che certo ha insegnato a Marco – e a chi gli è rimasto vicino – come si sta dall’altro lato, portandolo a riflettere su alcuni commenti fatti in passato, e che deve spingere tutti noi a domandarci se sia ammissibile tale uso dei social network.
Qui non facciamo riferimento a una delle tante pagine che ironizzano su un pensiero dopo averne reso irriconoscibile l’autore, o che battibeccano con chi gestisce una pagina di segno opposto in un botta e risposta senza tregua.
Ciò a cui abbiamo assistito, e che è riscontrabile nei commenti al video e nelle condivisioni, sono veri e propri attacchi alla persona, al singolo, all’individuo Marco A., a colui che ha osato ribellarsi ed esprimere un parere diverso da quello imposto dall’ideologia animalista e comunemente accettato dai suoi adepti.
La “scelta etica” e l’amore per gli animali diventano, per alcuni, uno specchietto per le allodole dietro il quale mascherare un culto quasi settario.
Chi porta avanti qualcosa con gli animali, considerato “non accettabile” dalla setta, deve essere emarginato, escluso, insultato, deriso, minacciato e infine gli si deve augurare la morte tra le più atroci sofferenze quand’anche non si arrivi a vere e proprie intimidazioni. Se ciò è vero per chi non ha mai fatto parte del gruppo, e rifiuti di farne parte, nel caso dei “fuoriusciti” o dei liberi pensatori si acutizza e degenera fino forse alle estreme conseguenze.
La “scheggia impazzita” viene mortificata e fatta vivere in un clima di paura, disagio, vergogna per aver espresso un parere o per aver deciso di compiere un gesto piuttosto che un altro.
La famiglia Valerio e i veri animalsti sosterrà Marco e tutti quelli come Marco, attaccati per le loro idee e forzatamente spinti a tacere per non subire ripercussioni.
Lo farà perché è indegno di un paese civile che un cittadino non possa esprimere un’opinione, laddove quell’opinione non violi alcuna delle leggi dello stato.
Perché fa così paura un animalista che dice: “Ho trovato delle discrepanze tra la nostra propaganda e la realtà”?
Su quali basi poggia un’ideologia dove si deve credere ciecamente a ciò che viene mostrato senza porsi domande?
La chiusura al dialogo, al punto di attaccare con veemenza chi fino al giorno prima combatteva al nostro fianco, non rappresenta forse l’inconsistenza di idee che, ad un’analisi più approfondita, si sciolgono come neve al sole?
A tutti voi, rivolgiamo un caloroso invito a riflettere.