I Miracoli del Petrolio in Basilicata: Fango Nero, Argilla Rossa e Palle di Fuoco
Con Andrea Spartaco (giornalista) e Lorenzo Pellegrini (professore, ISS Universita’ Erasmus di Rotterdam). Regia di Andrea Marinelli.
In Basilicata l’industria petrolifera si sviluppa su larga scala a partire dagli anni ‘60, ma a partire dagli anni ‘80 la regione si profila come un vero e proprio Texas italiano. Negli anni 90 con la costruzione di centri olii e perforazione di ulteriori pozzi la produzione raggiunge quasi i 100,000 barili di petrolio giornalieri.
In media per ogni barile di petrolio estratto si producono e devono essere smaltiti 3 barili di acque di formazione che sono caratterizzate da presenza di: idrocarburi, metalli pesanti, sale, materiale radioattivo e altri composti chimici organici e inorganici. Nella regione lo sviluppo dell’industria idrocarbuirifera va di pari passo con fenomeni corruttivi e l’espandersi della criminalità organizzata che in Italia trova nello smaltimento dei rifiuti un’opportunità di business molto lucrativo.
In questo video ci soffermiamo su alcuni degli impatti delle attività petrolifere in Val Basento, uno dei numerosi siti in Basilicata dove si trattano i rifiuti petroliferi e si estraggono idrocarburi.
Nel 2018 la concessione Gorgoglione e il centro olii di tempa rossa renderanno possibile incrementare la produzione giornaliera di petrolio per altri 50,000 barili di petrolio giornalieri. Con questi barili, si aumentera’ per piu’ del 50% la produzione regionale di petrolio e anche di acque di formazione.
La Basilicata ospita due siti di interesse nazionale (SIN): aree contaminate molto estese classificate gia’ nel 2001 e nel 2002 come tra le più pericolose dallo Stato Italiano e che necessitano di interventi di bonifica del suolo, del sottosuolo e delle acque superficiali e sotterranee per evitare danni ambientali e sanitari. Tito e Val Basento sono stati identificati, ma ancora nel 2017 non sono stati oggetto di una bonifica esaustiva. Al contrario, gli impatti ambientali e sanitari della produzione di idrocarburi continuano ad accumularsi e a creare sinergie con l’inquinamento già presente.
Ci sono cittadini attivisti che si mettendosi in rete con ricercatori, medici, e, raramente, anche rappresentanti delle istituzioni riescono ad opporsi alle pratiche estrattive correnti, chiedono e producono trasparenza e informazione e pretendono dalle istituzioni che compiano il loro ruolo: difendere gli interessi e i diritti dei cittadini e del territorio.
Ringraziamenti: Andrea Spartaco, Giorgio Santoriello, Associazione COVA Contro, a tutti i lucani che non si arrendono allo strapotere delle multinazionali del petrolio e a tutti i cittadini che lottano per la giustizia ambientale.
Girato a giugno 2017, pubblicato gennaio 2018