Il nome personale di Dio nella forma “Jeova” sulla soglia del presbiterio della chiesa cattolica di Vezzo, frazione di Stresa (Novara)
I testimoni di Geova usano la forma “Geova”, una delle forme moderne di vocalizzazione del sacro tetragramma biblico YHWH usato dagli ebrei antichi, la cui esatta pronuncia è andata persa nei secoli.
Nel Testo masoretico, cioè nella Bibbia in uso presso le comunità ebraiche, vennero inserite nel tetragramma, secondo alcuni studiosi, le vocali E O A della parola Adonai (in ebraico “Signore”), affinché il lettore ricordasse di pronunciare questa parola ogni volta che incontrava il tetragramma.
Verso la fine del medioevo studiosi cristiani interpretarono quelle vocali come quelle originali del tetragramma.
Da qui “Yehowah”, da cui deriva il latino “Jehova” forma ampiamente diffusa nell’italiano letterario fino all’Ottocento, come nella bibbia di Antonio Martini [1780], oppure sull’altare della chiesa di Vezzo, frazione di Stresa (del 1886) dove è visibile la scritta “Jeova”.
Per i cristiani Testimoni di Geova, come anche per altri studiosi cristiani (che tuttavia minimizzano l’importanza di JHWH) Dio è rivelato nella Bibbia con un nome unico: יהוה (YHWH).
I Testimoni vedono nella presenza del nome di Dio nella Bibbia ebraica (in cui figura quasi 7000 volte) un segno della importanza della conoscenza e dell’uso di questo nome, e ammettono che nessuno può attualmente dire con certezza quale fosse la pronuncia originale.
Anche se ci sono dibattiti tra gli studiosi ancora aperti sull’effettiva pronuncia del nome, per i Testimoni di Geova è importante usare un nome univoco e non un titolo come “Signore” o “Eterno'”.
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“Jeova” nome personale di Dio, nella chiesa cattolica di Vezzo, frazione di Stresa
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