LA STRAGE DI ORLANDO E I RITARDI CULTURALI DEL VECCHIO CONTINENTE IN MATERIA DI INTEGRAZIONE E PARITÀ TRA I SESSI
di Gennaro Savio
La strage di Orlando messa in atto dal ventinovenne Omar Matiin nel gay club “Pulse”, che ha registrato la morte di quarantanove persone e il ferimento di oltre cinquanta frequentatori del famoso locale, se negli Stati Uniti, in attesa che gli investigatori facciano chiarezza sui reali motivi che hanno spinto il giovane statunitense a mettere in atto l’atroce mattanza umana, si punta l’indice contro l’incredibile diffusione di armi tra i civili (diffusione di armi da fuoco facilitato dal secondo emendamento della Costituzione americana che garantisce a tutti il diritto inviolabile a possederne), in Europa, in Italia e sull’isola d’Ischia è tema di discussione sui ritardi culturali del vecchio Continente in materia di integrazione e parità tra i sessi. Infatti la circostanza che a trovare una morte assurda e tragica in quella discoteca siano stati degli omosessuali intenti a trascorrere qualche ora di relax e divertimento, dalle nostre parti ha prestato il fianco anche a vergognosi commenti omofobi e discriminatori che in genere vengono esternati da individui intolleranti e dalla cultura reazionaria. E così mentre sino a qualche settimana fa sui profili FaceBook si faceva a gara a postare foto velate da bandiere di colore blu, bianco e rosso in ricordo dei morti delle stragi terroristiche registratesi in Francia, in queste ore anche sulla nostra Isola sono pochissimi coloro che stanno solidarizzando con le innocenti vittime di Orlando. E basta solo questo dato per farci capire come per tanti la vita umana valga o meno a seconda della razza, della religione o degli orientamenti sessuali delle vittime. E che l’Italia su questi temi di grande valenza civile e sociale resti un Paese retrograde non è certo una novità se pensiamo che per approvare una legge, tra l’altro estremamente monca, sul riconoscimento delle unioni civili, eterosessuali e omosessuali, ci siano voluti anni di dibattiti e scontri. E su questi temi, inutile negarlo, paghiamo anche lo scotto della presenza, in Italia, dello Stato Vaticano il quale, aldilà delle prediche di Papa Francesco, continua a rappresentare un ostacolo al pieno riconoscimento di diritti civili per tutti. Noi comunisti che storicamente e da sempre ci battiamo contro ogni forma di discriminazione e che riteniamo che solo in una società socialista basata sull’uguaglianza economica e sociale dei cittadini, potranno essere definitivamente messe al bando ogni forma di discriminazione e di sfruttamento, nei mesi scorsi anticipando di gran lunga il Parlamento nazionale, a Forio col gruppo consiliare del PCIML rappresentato da Domenico Savio facemmo approvare dal Consiglio comunale il registro delle unioni civili. Un risultato storico se pensiamo che Forio è stato il primo comune isolano ad approvarlo. Per le vittime di Orlando, naturalmente, rinnoviamo tutto il nostro profondo e sentito cordoglio.