Ucraina, Paese estero 17 maggio 2014

Ucraina, quando un treno unisce un popolo

E’ chiamata la transiberiana dell’Ucraina. Collega la città di Lviv ad est del paese con Sinferopoli capoluogo della regione orientale. Più di mille e seicento chilometri di ferrovia che attraversano città, colline e montagne. La nostra avventura comincia a Ternopoli. La stazione ricorda le vecchie strutture sovietiche di una volta. Attorno c’è la vita di tutti i giorni. Donne che vendono ortaggi lungo i marciapiedi, gente di corsa a lavorare ed i vecchi bus della grande russia che solcano strade spesso piene di buche. La nostra presenza forse crea qualche problema, ed infatti appena ci notano, siamo fermati dalla polizia. Aspetteremo qualche minuto, il tempo di controllarci i passaporti. Oltre 15 ore di viaggio, quelli che faremo, su un convoglio degli anni 70 per raggiungere Dinipro, ad un centinaio di chilometri da Donetsk, dove la tensione fra filo russi ed esercito ucraino si fa sempre più teso. Seppur in guerra, non percepiamo nell’aria quel clima di preoccupazione di un paese a rischio conflitto con i vecchi cugini di un tempo. Ma il timore esiste e tra coloro che ascoltiamo, il pensiero corre alle aree più calde del paese. Tra due settimane l’Ucraina andrà al voto per eleggere il nuovo presidente, ma intanto la vita va avanti. E tra una terza classe che assomiglia più a dei vagoni da carro bestiame ad una seconda e prima uguali, conosciamo usi e costumi di un paese. Ad ogni sosta è sempre una grande confusione. Gruppi di donne che si avvicinano supplicandoti di acquistare qualcosa. Bastano pochi centesimi di euro per comprare dall’abbigliamento ai generi alimentari. Tra i corridoi c’è un misto di odori. Dalle zuppe al sapore di cipolla alle insalate ricche di spezie. Non manca fiumi di alcool che accompagneranno molti di loro lungo tutto il tragitto. Come gli abusivi, ma sui treni ucraini legalizzati che tenteranno di venderti rolex a buon prezzo. Cala la notte sui cieli d’Ucraina e si accendono le luci della transiberiana che viaggia tra le campagne sterminate dove solo flebili bagliori ci portano alla realtà di un paese che vuole entrare in Europa. Giampiero de Luca